Il caso al Fermi, l’istituto più grosso del Mantovano risparmiato fino a ieri grazie alla presenza al 50 per cento. Qui insegna il prof “no mask”
MANTOVA. Quattro classi messe in quarantena per casi di positività. È accaduto all’istituto Fermi, la più grossa scuola superiore della provincia con oltre 1.800 studenti, la metà dei quali in presenza alternata. Per una parte di questi ragazzi in quarantena, il provvedimento è scattato questa mattina (giovedì 4 marzo) e sono stati rimandati a casa.
Circostanza che può accadere quando l’esito del tampone positivo viene scoperto dall’interessato in prima mattinata o nel tardo pomeriggio del giorno precedente. Il Fermi, che fino a ieri era stato tutto sommato risparmiato dalle quarantene (i positivi stavano frequentando le lezioni a distanza e quindi il provvedimento non era scattato) si trova nell’ultimo giorno di zona “arancione semplice” con questa complicazione. E a pochi giorni dal caso dell’insegnante di storia e filosofia ostile alla mascherina multato due volte dai carabinieri.
Tra le due cose non ci sono relazioni dirette, ma in questi giorni è emerso che genitori e studenti, oltre che altri docenti, non hanno vissuto con tranquillità l’insistenza con cui il docente faceva lezione e girava negli ambienti scolastici con la mascherina abbassata. Anche in altre scuole si sono registrate nuove quarantene che si aggiungono a quelle delle scorse settimane. Un caso, ad esempio, si è avuto alla media Bertazzolo e uno al Gonzaga di Castiglione. I numeri non sono impressionanti, ma va anche precisato che l’andamento delle quarantene è altalenante e in parte smorzato, alle superiori, dalla presenza al 50 per cento. Un dato, quest’ultimo, riscontrato anche da Ats Val Padana. —