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Mara Navarria, campionessa di scherma, fa tappa a Genova

Coppa del Mondo a Tallinn, Spada Femminile - 21 ottobre 2017: Mara Navarria vittoriosa sul podio (foto Augusto Bizzi)

Verso Parigi 2024: “vivo in modalità sfidante”

Mara Navarria (Udine, 1985) è una campionessa di scherma che, tra gli altri titoli, ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara di spada a squadre alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (disputate nel 2021). Mara vive a Carlino, in Friuli, in provincia di Udine, ma talvolta si allena nel capoluogo ligure, per cui siamo riusciti a intervistarla, subito dopo la sua sessione di lavoro del mattino in sala scherma. Siccome l’atleta, che fa parte della squadra sportiva dell’Esercito Italiano, apprezza i bei contesti, svolgiamo la chiacchierata in piazza Matteotti, su una sedia a sdraio con vista su Palazzo Ducale, davanti a un buon caffè.

Mara Navarria, campionessa di scherma, fa tappa a Genova
Genova Scherma – 3 marzo 2023: Mara Navarria con il suo maestro Roberto Cirillo al termine di una sessione di allenamento (foto Linda Kaiser)

Mara, cosa fai a Genova?

Prendo del tempo per me. Mi sono sistemata in piazza Dante, vicino a via Fieschi, sede della sala di Genova Scherma presso la quale mi alleno. È un luogo buono per le corse nel quartiere di Carignano e nel parco di Villa Croce. Qualche volta mi allungo in corso Italia fino a Boccadasse. Preparo le gare di Nanchino, che servono per migliorare la posizione nel ranking prima della qualifica olimpica che inizierà a maggio, in vista di Parigi 2024. Attualmente sono la n. 15 al mondo.

Com’è il tuo rapporto con Genova e la Liguria?

A Genova Scherma c’è il mio maestro, Roberto Cirillo, con il quale ho iniziato a lavorare nel 2016. All’inizio sono stata tre anni al Club Scherma Rapallo, perché lui insegnava lì. Questa è stata l’occasione per conoscere la Liguria: viverci è diverso dal farci una vacanza. In luglio e agosto, con la mia famiglia tornavamo sempre in Friuli.

Liguri e friulani sono tanto diversi?

No, ci sono similitudini tra loro: non ho stretto molte amicizie, ma quelle che ho sono amicizie vere. Sento ancora la vicina di casa di Rapallo, ad esempio. Prima avevo vissuto 11 anni a Roma, però stare in un luogo da girare a piedi è più positivo. Mio marito Andrea [Lo Coco, preparatore fisico] si è adattato come lavoro, e nostro figlio Samuele è andato a scuola a Rapallo. Anche se è un bambino, ha amici sparsi in diversi luoghi e lo ritengo positivo. Siamo tornati in Friuli, alla fine, a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid.

Genova Scherma – 3 marzo 2023: Mara Navarria si allena con i ragazzi sotto la supervisione del suo maestro, Roberto Cirillo (foto Linda Kaiser)

Cosa ami di più del Friuli?

La diversità sia del paesaggio che delle persone, il rispetto degli altri, la vita di comunità: insomma, la qualità della vita, che giudico alta. Se penso che ho abitato a Roma in 36 mq e a Rapallo in 85 mq, adesso, che ho 10.000 mq di giardino a disposizione a Carlino, un paese di 3.000 abitanti, si capisce di cosa parlo. Stiamo tra il bosco e il fiume, abbiamo piantato 130 ulivi, abbiamo animali, un orto e seguiamo una vita più semplice, che richiede anche più sacrifici quotidiani. Questo significa raccogliere la legna, ma anche le uova e provare la gioia di far nascere i pulcini. E poi il Friuli è al centro dell’Europa. Da Carlino, grazie all’Alta Velocità, in un’ora sono in Croazia o in Austria o a Venezia. Vienna, Budapest e Roma sono equidistanti da lì.

A proposito, come percepisci il confine?

Mi sento friulana e sono ancora più curiosa dei luoghi di casa mia da quando ci sono tornata. Ho iniziato persino a studiare la lingua friulana, che non è un dialetto ed è molto difficile. Ai confini ci sono pro e contra: il confronto con persone di altre lingue e delle tante comunità slovene e tedesche che abitano la regione è quasi quotidiano. A Tarvisio hanno creato appunto il Museo del Confine.

Tu sei una “mamma-atleta”, che è quasi un claim che ti contraddistingue.

Sì, ho creato l’hashtag #mammaatleta nel 2013, dopo la nascita, avvenuta a Udine l’8 aprile 2013, di Samuele. La genitorialità con Andrea era un requisito che desideravamo. Ho smesso di far lezione all’inizio del nono mese di gravidanza e, a soli quattro mesi dal parto, mi sono classificata sesta al mondiale di Budapest. Vorrei essere di esempio, sia dal punto di vista fisico che organizzativo, per le atlete che desiderino diventare madri. Lo sport, d’altra parte, insegna le regole, a non mollare mai con le difficoltà e il rispetto per l’altro.

Genova Scherma – 3 marzo 2023: Mara Navarria si allena con i ragazzi sotto la supervisione del suo maestro, Roberto Cirillo (foto Linda Kaiser)

Come si concilia lo studio con una atleta di alto livello?

Bene, direi. Ho preso la laurea triennale in Scienze motorie all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e poi la specialistica in “Attività preventiva e adattata”. Quindi, due settimane dopo l’inizio del lockdown ho vinto la borsa di studio per il Master annuale in “Marketing e management in comunicazione sportiva” a Tor Vergata. L’ho terminato il 29 settembre 2022 con 110 e lode. Ho scritto la tesi su una case history di promozione del territorio attraverso lo sport: Udinese Calcio e rapporto con PromoTurismo FVG. Adesso, però, vorrei dedicare più tempo a mio figlio, perché ha bisogno di condividere le sue cose con me.

La maschera della divisa di scherma, per un’atleta come te, cosa significa?

La mia maschera è brandizzata attualmente “Friuli-Venezia Giulia”. La mia regione stampata sulla gorgiera significa per me “respirare casa”. Essere ambassador del Friuli-Venezia Giulia è un onore. Per questo ho anche partecipato al Salone del Libro di Torino, dato che nel 2022 era la regione ospite. Con Samuele, che ama leggere – ricordo ancora con piacere le letture reciproche con lui, sul dondolo, durante la pandemia – partecipiamo al progetto “LeggiAMO 0-18” della Regione Friuli-Venezia Giulia.

E dentro la maschera, poi, c’è un mondo.

Sì, e mi piace, altrimenti non sarei ancora in pedana. Quando calo la maschera sul volto, riesco a esprimermi, trovo soluzioni tecniche e tattiche con fantasia, cercando di essere il più “malleabile” possibile, ma di arrivare comunque al bersaglio prima dell’avversaria.

Genova Scherma – 3 marzo 2023: Mara Navarria impugna la spada al termine di una sessione di allenamento (foto Linda Kaiser)

Cos’è per te il maestro di scherma?

Un’enciclopedia, un supporto, ma anche un confronto. E poi è fiducia.

E le avversarie?

Ne esistono di due tipi. Quelle dentro di me sono i dubbi, le incertezze che capitano, le emozioni. Quelle che mi trovo di fronte sono persone da battere, incappate nel mio “canale” di gara – quindi è un loro problema. Se incontro atlete conosciute, cerco sempre di cambiare tattica.

Il risultato più bello?

È stata la gara vinta nell’ottobre 2017 a Tallinn in Coppa del Mondo: ho battuto avversarie forti con facilità e divertimento.

L’esperienza olimpica?

Senza Covid le Olimpiadi costituiscono un vero “parco giochi” per atleti. Col Covid, a Tokyo, i valori olimpici si sono respirati di meno, perché la condivisione e la partecipazione sono state offuscate.

Mara Navarria, campionessa di scherma, fa tappa a Genova
Coppa del Mondo a Tallinn, Spada Femminile – 21 ottobre 2017: Mara Navarria vittoriosa in finale contro la russa Tatiana Gudkova (foto Augusto Bizzi)

La prossima qualifica olimpica?

Inizia a maggio e l’affronterò con una maturità che spero mi caratterizzerà, cioè con meno istinto, ma più consapevolezza, una visione completamente diversa.

Dopo le Olimpiadi?

Appenderò la spada al chiodo. Non ho rimpianti. Ho sempre cercato di giocarmi tutte le carte possibili. Vivo la quotidianità si può dire in modalità sfidante.

Programmi?

In futuro mi piacerebbe avere un altro figlio. Io sono la seconda figlia di quattro e mio marito è il quarto di cinque. Sul piano professionale, tempo fa pensavo di insegnare la scherma; in seguito ho progettato di tenere un corso per attività fisica per i bambini, mentre adesso sono più orientata al management sportivo e alla comunicazione. Si vedrà! Linda Kaiser