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Marni: il ritmo della creatività

Il brand, che fa parte del portfolio di OTB, gruppo guidato da Renzo Rosso, ha scelto Tokyo per presentare la sua nuova collezione.

Dopo una prima tappa nella Grande Mela, la passerella itinerante di Marni arriva in Giappone, più precisamente nella sua capitale, Tokyo, sposandone i ritmi e i colori. All’interno dello Yoyogi National Gymnasium, costruito dall’architetto Kenzo Tange per le Olimpiadi del 1964, Francesco Risso, con un look totalmente nuovo - il creativo ha detto addio ai suoi capelli biondi poco prima dello show - ha presentato la sua collezione per il prossimo autunno/inverno.

Un racconto fatto di colori e di stampe, che si muovono a ritmo d’orchestra lungo la passerella ricoperta di carta, per ridurre il chiasso proveniente dal mondo e per dare il senso di un nuovo inizio. Su ogni seduta - anche queste ricoperte di carta bianca - gli ospiti hanno trovato un biglietto scritto a mano dallo stesso Risso («Mi ci è voluto un mese» ha confidato il creativo a Vogue) che apriva con l’amletica domanda: «Perché faccio vestiti?» La sinfonia di colori che si sussegue sulle note del compositore Dev Hynes è forse la risposta perfetta. Dal giallo, al rosso, al bianco, fino ad arrivare all’immancabile nero, gli abiti di Marni avvolgono il corpo senza mai nasconderlo, a raccontare un ritorno alla semplicità delle forme che non per questo devono essere banali. Righe e pois (che non possono non ricordarci la magia di Yayoi Kusama) rendono tutto più giocoso, a riprova che anche il knitwear - quello che ha reso Marni un nome nel mondo - può essere oggetto di sperimentazione e creatività.

«La mia passione è connettere le persone, non ci interessa creare delle cose che vengono chiuse dentro un museo e quindi questa interazione per me è vitale» sottolinea Risso, menzionando più e più volte il desiderio di uscire dall’«algoritmo». Quello di Instagram, ma anche quello della vita, che ci impone di seguire determinate regole a scapito della nostra felicità. «È una collezione con un piede nella tradizione e l'altro in un futuro non impossibile» ha dichiarato poi nel backstage. «È una sorta di alternanza ritmica di orgogliosa normalità e orgogliosa creatività».

Una creatività mai forzata, naturale come il susseguirsi delle note in una canzone. È infatti la musica è il filo conduttore della collezione. La stessa musica che ha accompagnato Risso durante il lockdown, quando ha imparato a suonare il violoncello. Ed ecco che in prima fila spiccano in completi blu elettrico due membri della band sudcoreana Seventeen - Kim Mingyu e Hong Joshua - a riprova del sempre crescente interesse della moda verso la Corea del Sud.