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Meloni ruba voti a Lega e M5s. Pd verso il congresso e malumori nel Carroccio. Ecco chi entra e chi esce dal Parlamento

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDopo le elezioni

Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra. Palazzo Madama perde Emma Bonino e vede il ritorno di Silvio Berlusconi

26 settembre 2022

Balzata dal 4,3% al 26% in cinque anni, FdI ottiene il successo alle politiche 2022 prosciugando il bacino elettorale delle Lega e mettendo così a segno il sorpasso nella coalizione del centrodestra. Sono 7,2 milioni gli italiani che hanno scelto Giorgia Meloni e di questi per il 16% si tratta di una conferma. La metà arriva invece dai partiti alleati: per quasi un terzo, nel 2018, la scelta era stata la Lega mentre un quinto aveva puntato su FI. Fratelli d’Italia pesca anche in casa degli avversari: il 17% dei consensi proviene da elettori del partito di Giuseppe Conte e altrettanti dall’astensione. I dati emergono dall’analisi dei flussi condotta da Swg.

Dettaglio emiciclo

Tutti i risultati, navigabili per circoscrizione, città e comune

Intanto i risultati deludenti di Pd e Lega aprono le porte a una resa dei conti. Il congresso dem è già annunciato. Il segretario ha deciso di non aspettare la scadenza naturale di marzo ma spinge per il prima possibile. «Non mi ricandiderò, dopo di me spero in una nuova generazione», ha detto il segretario affrontando davanti alle telecamere la solitudine della sconfitta. Sarà quindi il “traghettatore” verso un congresso di «profonda riflessione», come ha detto in conferenza stampa.

Le candidature di Ricci, Schlein e Bonaccini

In pole tra i candidati c’è il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd, Matteo Ricci. Il pensiero corre poi subito a Elly Schlein, vicepresidente in Emilia Romagna e capolista del proporzionale alla Camera nell’unica regione in cui il Pd è rimasto primo partito. Ma accanto a lei c’è anche l’ipotesi del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che governa con una maggioranza che va dalla sinistra (rappresentata da Schlein prima della sua elezione alla Camera) a Italia Viva, e che vanta di non aver mai avuto un solo giorno di crisi.

Zaia: risultato deludente, ora analisi seria sulle cause

Ma la situazione è di maretta anche nella Lega, finita sotto il 10%. Una cosa dopo il risultato del voto è certa: Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di dimettersi da segretario della Lega con buona pace di chi, all’interno del movimento, dopo il sorpasso di Fratelli d’Italia che ha doppiato il Carroccio, ha chiesto “dimissioni immediate”. Sono tanti i dirigenti locali che di fronte al tracollo elettorale chiedono il congresso e le dimissioni di Salvini. «Stiamo parlando di un tracollo vero e proprio». Così l’assessore regionale della Lega Roberto Marcato. «Dignità impone dimissioni immediate» dice il deputato della Lega, Paolo Grimoldi. La sconfitta brucia, soprattutto per il Veneto «dove Fdi prende il doppio dei nostri voti - dice all’AdnKronos - qui è proprio una disfatta, e di fronte a una disfatta così un segretario responsabile si sarebbe già dimesso, o avrebbe fatto come Letta che ha detto che non si ricandiderà» dice il veneto Toni Da Re, eurodeputato del partito che non ha mai nascosto le sue critiche al segretario. E non nasconde che qualcosa ora si muove: «Siamo in tanti, si stanno raccogliendo le firme per il congresso». Ma all’attacco va anche un governatore di grosso peso come Luca Zaia: «Il voto degli elettori va rispettato, il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega».

Fuori Bonino, torna Berlusconi

Intanto tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra. Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda. salvato solo grazie al paracadute del proporzionale.