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Messina Denaro alla sorella: «Non morirò di tumore: mi ucciderò quando non ce la farò più»

Un suicidio pianificato. Matteo Messina Denaro voleva imporre il suo controllo anche sulla morte e, alla sorella Rosetta, arrestata nei giorni scorsi, lo aveva scritto a chiare lettere, il 10 maggio dello scorso anno: «Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento». Per concludere la sua esistenza terrena, l’ex boss avrebbe potuto usare la pistola Smith & Wesson che custodiva nell’appartamento - covo di Campobello di Mazara. 

Nello stesso pizzino, l’ex boss aveva anche scritto: «Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima». 

La malattia, però, ha sconvolto i suoi piani, costringendolo a uscire allo scoperto: il 13 novembre 2020 Messina Denaro si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico e ha cominciato un ciclo di chemioterapia. A metà del 2021 ha subito una seconda operazione. 

È stato il quotidiano Repubblica a rivelare il contenuto di questo pizzino, uno dei quasi mille ritrovati dai carabinieri del Ros tra l’appartamento di Campobello di Mazara e il casolare di campagna dove la sorella di Messina Denaro, designata come suo esecutore testamentario, andava di tanto in tanto.

Nel carcere dell’Aquila, dove sta scontando la sua condanna, l’ex latitante viene piantonato continuamente, giorno e notte, anche proprio per queste sue dichiarazioni: l’intento è quello di prevenire quel suicidio annunciato, approfittando dell’assenza del personale di sorveglianza. 

Messina Denaro aveva pianificato di morire durante la latitanza, proprio come fece suo padre Francesco, deceduto probabilmente per un infarto. La polizia lo ritrovò il primo dicembre 1998, disteso a terra, nelle campagne di Mazara del Vallo, con le mani giunte e un abito elegante, con tanto di cravatta. 

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