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Migranti, nuovo scontro tra Italia e Francia. "Nessun bilaterale ad Alicante, aspettiamo Meloni a Parigi", dice l'Eliseo. E Palazzo Chigi: " Non ci è arrivato alcun invito"

I nodi tra Italia e Francia sui soccorsi in mare da parte delle navi umanitarie non sono affatto sciolti, il vertice dei ministri dell'Interno europei di oggi a Bruxelles sul piano di azione della Commissione Ue per il Mediterraneo centrale si è risolto in un nulla di fatto e, soprattutto, in mare ci sono tre navi umanitarie con più di 500 migranti a bordo che hanno già chiesto un porto sicuro senza ottenere risposta.

Al di là dell'ennesima mano tesa della premier italiana Giorgia Meloni che ieri a Tirana aveva lasciato intendere che ci sarebbe stata la possibilità di un incontro con Macron probabilmente già domani al vertice di Alicante, le circostanze non sembrano affatto andare in direzione di una ricomposizione del rapporto tra Italia e Francia incrinato dal caso della Ocean Viking, la nave umanitaria che la Francia ha lasciato approdare alcune settimane fa dopo il no dell'Italia.

" Al momento non è previsto un incontro bilaterale formale ad Alicante, ovviamente si incroceranno  - prrecisano dall'Eliseo -. Per quello che sappiamo Meloni sta ancora cercando una data per la sua visita a Parigi, per la quale si è impegnata a lavorare" . Ma da Palazzo Chigi arriva una replica piccata:"Non ci risulta alcun impegno assunto dal presidente Meloni per una visita a Parigi. Né al presidente è giunto alcun invito ufficiale, immaginando che determinati inviti non si facciano a mezzo stampa": così fonti di palazzo Chigi, interpellate dall'ANSA. 

Al centro dello scontro resta quello che, secondo la Francia, è l'obbligo dell'Italia di far sbarcare le navi umanitarie con i migranti. "Per essere concreti, oggi, la questione dell'applicazione del diritto, che è la questione che ci ha diviso con le autorità italiane il mese scorso, non è risolta - affermano fonti dell'Eliseo - Non abbiamo visto, in ogni caso fino a questo punto, modifiche nella posizione delle autorità italiane sull'applicazione del diritto dello Stato di bandiera. Noi consideriamo che il diritto richiami la responsabilità primaria degli Stati della zona Sar". Come dire che, se l'Italia dovesse replicare il no all'ingresso delle navi umanitarie nei suoi porti, la Francia non accetterebbe una nuova prova di forza.

Italia e Francia concordano su una strategia che, a monte, allarghi il coinvolgimento dell'Unione europea sui Paesi terzi ma le posizioni restano molto distanti non appena si parla delle responsabilità sui soccorsi in mare e sull'assegnazione del porto sicuro più vicino. "Lavoriamo con i Paesi terzi per affrontare la questione in modo molto più vasto, vale a dire non solo tra Francia e Italia, come invece accaduto con l'episodio Ocean Viking, quando un certo numero di Stati terzi, e anche  europei, non sono stati coinvolti nella discussione. Certo, la trattativa non si è concentrata unicamente sul Mediterraneo e gli arrivi dal mare, la questione migratoria è ovviamente molto più ampia, ma è molto importante che l'integralità dei Paesi europei sentano la propria responsabilità e si impegnino in modo costruttivo nella discussione", hanno concluso a Parigi. 

Una trattativa su cui, evidentemente, pesano le prossime mosse dell'Italia che si prepara già al nuovo braccio di ferro con le navi umanitarie. In questo momento in mare ce ne sono tre: la Geo Barents di Msf, la Humanity 1 si Sos Humanity e la Louise Michel, con più di 500 persone a bordo. Hanno tutte richiesto il Pos a Malta trovandosi in zona Sar maltese ma da La Valletta hanno già detto no. E dal Viminale non sembrano intenzionati a cambiare atteggiamento nei confronti delle navi che - come dice Piantedosi - "effettuano soccorsi non casuali ma sistematici".