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Migranti sequestrano nave turca, blitz delle forze speciali. Equipaggio al sicuro

Tentato anche sequestro equipaggio, alcuni migranti bloccati

All’interno della nave cargo un gruppo di migranti armati con quattro-cinque coltelli ha tentato il sequestro di alcune persone dell’equipaggio all’interno della plancia di comando: dopo l’intervento della Marina, con i militari della Brigata San Marco, alcuni sarebbero stati bloccati e arrestati mentre per altri sono ancora in corso le ricerche.

Crosetto: dirottatori si sono chiusi dentro la nave

«Sui dirottatori si sa che sono dei clandestini saliti a bordo di una nave turca e usando armi, tipo pugnali ma non siamo ancora riusciti a catturarli per cui non ne siamo certi, si sono impossessati della nave. È dovuto intervenire il battaglione San Marco. La nave adesso è stata recuperata ma non ancora messa in sicurezza perché quelli che l’avevano occupata sono chiusi dentro». Così Crosetto, parlando della nave turca sequestrata. E sull’operazione ha aggiunto: «Speriamo che finisca nel più breve tempo possibile senza conseguenze per nessuno».

Assalitori hanno utilizzato armi bianche

I migranti che hanno fatto il sequestro della nave erano clandestini nascosti a bordo del natante diretto in Francia. A quanto si è appreso, gli assaltatori avevano delle armi bianche. Il comandante della nave turca ha dato l’allarme e ha chiesto l’intervento dei soccorsi. La Guardia di Finanza e la Capitaneria hanno garantito la sicurezza in mare, mentre le forze speciali sono intervenute direttamente a bordo.

«Dobbiamo dotarci di nuove forze speciali»

«Le forze armate di cui avevamo bisogno fino a due anni fa, sono del tutto diverse da quelle che ci servono ora» dopo che c’è stata l’invasione russa dell’Ucraina, e un ministro «deve tenere presente questo cambiamento» anche per quanto riguarda l’arruolamento «ci servono forze speciali rispetto a prima quando si faceva solo peace keeping» ha aggiunto il ministro della Difesa . «Nei prossimi decenni avremo bisogno di forze armate più simili alle forze speciali» e finora «non abbiamo mai parlato di “riserva”, come c’è ad esempio in Svizzera per non parlare di Israele», ha aggiunto il ministro dicendo che «bisogna pensarci», con l’ipotesi di una scelta volontaria.