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Nella domenica delle Palme l'appello di Francesco per i cristi di oggi

Il papa ringrazia per la solidarietà durante il suo ricovero in ospedale e benedice la Carovana della pace per l’Ucraina.

Foto Ansa

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I poveri cristi abbandonati di oggi: papa Francesco aprendo con la celebrazione della domenica delle Palme la settimana della Passione di Gesù, ne ha fatto un elenco minuzioso, impietoso, prendendo spunto dal vangelo della liturgia odierna dedicato alla narrazione della passione di Gesù culminata con il grido drammatico di Gesù che sulla croce si sente abbandonato perfino da Dio suo Padre. Il Cristo sofferente può essere ritrovato e cercato nei tanti cristi abbandonati – singole persone e popoli interi - “nel silenzio assordante dell’indifferenza”. Appena uscito dal breve ricovero ospedaliero al policlinico Gemelli, Francesco è apparso uguale a se stesso, sensibile verso gli altri specialmente se poveri e sofferenti: “Penso a quell’uomo cosiddetto “di strada”, tedesco, che morì sotto il colonnato [di san Pietro- ndr], solo, abbandonato”.

L’omelia di Francesco breve ma intensa, con le aggiunte a braccio che il papa ha inserito quasi in continuazione, è diventata un vero inno all’amore concreto che Gesù crocifisso insegna e invita a imitare nei confronti dei poveri e di quanti soffrono l’abbandono e la solitudine. Non si tratta di una contemplazione romantica o persa nel tempo lontano, sfarinata nella letteratura della solidarietà, ma un’attitudine da saper leggere nella situazione odierna del mondo per porvi rimedio. Avvincente la parola di Francesco densa di pathos rinfrescato dalla breve sperienza in ospedale dove non è rimasto con le mani in mano, ma – appena in forze - si è dedicato a visitare i bambini del reparto oncologico o a consolare dei genitori distrutti dal dolore per la perdita della figlia di appena 4 anni. Ripensare a Gesù che sperimenta l’abbandono nel momento supremo della morte che ci tramando il Vangelo della Passione, per Francesco è motivo per scuotere le coscienze e dichiarare inaccettabile la condizione di solitudine e abbandono in cui le nostre società fanno vivere tanti.

Sulla croce “accade l’impensabile. Prima di morire Gesù grida verso Dio e chiede perché lo abbia abbandonato. “Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida “il perché dei perché”. “Tu, Dio, perché?”. “Oggi, cari fratelli e sorelle, - ricorda il papa - sono tanti “cristi abbandonati”. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono migranti che non sono più volti ma numeri; ci sono detenuti rifiutati, persone catalogate come problema. Ma ci sono anche tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli – può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna, abbandonati negli istituti geriatrici –, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano altra strada se non il suicidio. Gli abbandonati di oggi. I cristi di oggi”.

Che fare? “Gesù abbandonato ci chiede di avere occhi e cuore per gli abbandonati. Per noi, discepoli dell’Abbandonato, nessuno può essere emarginato, nessuno può essere lasciato a sé stesso; perché, ricordiamolo, le persone rifiutate ed escluse sono icone viventi di Cristo, ci ricordano il suo amore folle, il suo abbandono che ci salva da ogni solitudine e desolazione. Fratelli e sorelle, chiediamo oggi questa grazia: di saper amare Gesù abbandonato e di saper amare Gesù in ogni abbandonato, in ogni abbandonata. Chiediamo la grazia di saper vedere, di saper riconoscere il Signore che ancora grida in loro. Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza”. Al termine della suggestiva celebrazione in Piazza san Pietro, caratterizzata dalla processione delle palme benedette dal papa accanto all’obelisco, prima dell’Angelus Francesco ha ringraziato per la partecipazione e le preghiere intensificate da tanta gente nel corso del suo ricvero inatteso in ospedale. E poi nello spirito tipico dell’omelia ha ricordato lo stato di guerra tuttora operativo in Ucraina.

“Rivolgo – ha detto - una benedizione alla Carovana di pace che in questi giorni è partita dall’Italia per l’Ucraina, promossa da varie Associazioni: Papa Giovanni XXIII, FOCSIV, Pro Civitate Christiana, Pax Christi e altre. Insieme con generi di prima necessità, portano la vicinanza del popolo italiano al martoriato popolo ucraino, e oggi offrono rami di ulivo, simbolo della pace di Cristo. Ci uniamo a questo gesto con la preghiera, che sarà più intensa nei giorni della Settimana Santa… La Madonna ci aiuti a stare vicino a Gesù presente nelle persone sofferenti, scartate, abbandonate. Che la Madonna ci porti per mano a Gesù presente in queste persone”.