Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Nervi tesi in maggioranza, Forza Italia fa saltare la cabina di regia di Meloni

ROMA - "La cabina di regia? La polemica non esiste, stiamo parlando del nulla: ovvero di una proposta che non ha avuto seguito". Così Francesco Lollobrigida, capodelegazione di Fratelli d'Italia fa sapere che l'iniziativa della discordia - un coordinamento politico per sciogliere i nodi della manovra - è naufragata ancor prima di salpare. Lollobrigida, con l'assenso della premier Giorgia Meloni, ne aveva parlato mercoledì agli alleati per scavalcare i problemi sorti dall'alto numero degli emendamenti e dalle pregiudiziali che soprattutto Silvio Berlusconi aveva posto. Proprio Forza Italia, qualche ora dopo il vertice, aveva espresso perplessità sulla proposta del ministro, considerando che è prevista già una sede per il coordinamento dei lavori sulla manovra, la commissione Bilancio presieduta da un deputato azzurro, Giuseppe Mangialavori. E anche dal Terzo Polo c'è chi ha sollevato l'indice: "Si scrive cabina di regia ma si legge divisioni nella maggioranza", afferma l'ex ministra Mariastella Gelmini.

Meloni, che ha l'esigenza di stringere i tempi per evitare l'esercizio provvisorio ed evidentemente si fida fino a un certo punto degli alleati, aveva trovato nella cabina di regia una via d'uscita comoda. Ma le resistenze hanno indotto la premier e i maggiorenti di Fratelli d'Italia a lasciare tutto com'è. La scrematura degli oltre tremila emendamenti presentati sarà fatta in commissione Bilancio: luogo in cui verranno esaminate le proposte "che saranno segnalate e accolte dal governo".

Da notare che chi ne ha depositate di più - anche in relazione al tetto stabilito delle due norme aggiuntive per singolo deputato - è sempre Forza Italia. Lollobrigida minimizza: "La mia proposta va oltre le decisioni sulla legge di stabilità: io avevo suggerito un tavolo permanente di confronto fra le principali forze della coalizione. Su questo non vedo difficoltà. In ogni caso, non ci sono stati sviluppi: l'idea di una cabina di regia specifica per la manovra non c'è". O meglio: non c'è più.

Restano invece le resistenze di Berlusconi sull'innalzamento delle pensioni minime a 600 euro e sugli sgravi contributivi per chi assume under 34. Gli sherpa del centrodestra sono al lavoro per soddisfare le richieste. Ma la Lega con il sottosegretario Claudio Durigon ha mandato un messaggio chiaro e negativo che ha provocato l'irritazione degli azzurri: per le minime a 600 euro "non ci sono le risorse, lo faremo durante la legislatura". Resta l'ipotesi di garantire assegni da 600 euro solo ad alcune categorie: a chi ha un Isee basso o a chi ha compiuto 75 anni, ad esempio. Mentre sulla decontribuzione il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto sapere che ci sono i margini per arrivare da 6 a 8 mila euro di "sconto" per assunto.

C'è un braccio di ferro sotterraneo, fra Meloni e Forza Italia, dimostrato anche dalla richiesta di chiarimenti che la premier, nel vertice di maggioranza, ha fatto ai capigruppo Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli, sullo scudo fiscale per le società sportive: "È insostenibile", ha detto Meloni. Ronzulli ha specificato che si tratta di un'iniziativa personale di Claudio Lotito.

È in questo clima politico che si avvicina la strettoia finale, per la manovra. Il lavoro vero e proprio, in commissione Bilancio, comincerà martedì, mentre il testo dovrebbe arrivare in aula entro il 20 dicembre. Ultimo termine utile per l'approvazione anche da parte del Senato - per scongiurare l'esercizio provvisorio - è il 31 dicembre. Data da cerchiare in rosso, per il governo Meloni, perché è anche quella entro cui bisogna raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr.

Governo, Meloni: "La nostra parola d'ordine è ”meraki”: fare qualcosa con tutto te stesso"