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Niente bare né urne: adesso, dopo la morte, c'è la terramazione

Ci sono poi altri metodi di trasformazione delle salme, con urne biodegradabili per le ceneri come l’italiana Capsula Mundi che possono finire sotterrate come basi di un albero. In tutti gli Stati Usa, inoltre, sono legali le «sepolture naturali» che consentono inumazioni in bare biodegradabili, purché avvenga in aree specifiche.

Tuttavia, forse perché è l’ultima nata in fatto di morte, la terramazione sembra la soluzione più promettente al problema ecologico rappresentato dall’ingombro dei deceduti di una popolazione mondiale che di recente ha toccato gli 8 miliardi. Infatti il risultato della trasformazione può essere impiantato nel giardino privato di un parente, anziché richiedere la messa a disposizione di terreni pubblici concepiti a tal fine.

Come funziona

Il processo di biodegradazione della terramazione inizia deponendo il defunto in un recipiente con materiali organici tra cui erba medica, paglia e segatura, pari a tre volte il peso corporeo del morto. Questi elementi naturali servono per alimentare i microbi che consumano azoto e decompongono gradualmente i tessuti umani. Nel contenitore viene pompata aria calda e, dopo circa tre settimane, lo si ruota per ridistribuire l'umidità al suo interno, dove la temperatura sale gradualmente, arrivando a circa 70 gradi. Non si sentono odori sgradevoli perché il contenitore è sigillato. Dopo circa quattro settimane gli addetti controllano il corpo e rimuovono eventuali scarti inorganici, come protesi dell'anca, viti, pacemaker, che possono essere riciclati. Dopo altri 30 giorni il cadavere si è tramutato in circa 10 - 15 sacchi di iuta di terreno, che vengono consegnati alla famiglia. La quantità di terreno varia a seconda del peso del defunto. Un adulto normopeso produce in media 240 chili di terra che la famiglia può anche lasciare depositati presso la casa funeraria.

Che prezzo ha il processo di terramazione?

Sul sito di Restore, una delle società americane - con Return Home e Recompose - che forniscono questo servizio, la tariffa per il pre- acquisto è di 4.950 dollari (ma Recompose non scende sotto i 7000). Il prezzo include il servizio di terramazione, l'assistenza del team di assistenza, il deposito dei necessari permessi e certificati, la conservazione refrigerata della salma, qualora necessaria, e il conferimento dell'eventuale «prodotto» in eccesso nei campi locali. A paragone, il costo medio della sepoltura negli Usa in media sfiora gli 8.000 dollari. Certo, fare i conti può apparire irriguardoso, quando si tratta dell’estremo saluto a un defunto. Eppure il possibile risparmio a vantaggio dei parenti dimostra una verità che può apparire alternativamente o molto triste o molto incoraggiante: il fatto che, anche dopo un grave lutto, la vita (degli altri) continua. E a volte, dal terreno più «familiare», può perfino sbocciare qualcosa di nuovo. Il processo di compostaggio definito «terramazione» consiste nella riduzione organica del corpo nel suolo. L'azienda di servizi funebri Return Home, come Terramation e Recompose, si occupa di preparare la salma in una bara ermetica (in materiale deperibile) con un mix di erba medica e segatura, in modo che i composti organici trattengano il calore necessario a garantire l'attività microbica per favorire la decomposizione. Il processo, che si esaurisce nel giro di un mese, evita così l'impiego dei forni, - con la conseguente dispersione di fumi e ceneri umane - tagliando anche i consumi energetici che la cremazione comporta.