La buona notizia, arrivata con risultati dell’ultimo tampone di giovedì 26 novembre, ricorda tanto il lieto fine di una fiaba. Una signora di 97 anni è appena guarita dal Covid. E suo marito, fresco centenario dallo scorso 9 ottobre, non si è ammalato e tutto procede per il meglio. Miracoli dell’amore, a qualsiasi età e ad ogni latitudine. A proposito, Alvo Arnone e Valdivia Caruso sono di Taranto, e hanno una nipote che si è rivelata essere il loro angelo custode. Quando la nonna è risultata positiva, le tre badanti sono andate naturalmente in autoisolamento, ed i due anziani sono rimasti soli. Soltanto la tenacia della loro amatissima nipote, Alessia Arnone, 36 anni, esperta di riabilitazione psichiatrica della cooperativa sociale «Spazi nuovi», è riuscita a rompere l’isolamento dei due anziani coniugi.
Sul pianerottolo
“«Quando ho saputo che la nonna era positiva, mi è caduto il mondo addosso: che potevo fare? Se fossi rimasta con loro, mi sarei dovuta mettere in isolamento, lasciare il lavoro, e soprattutto non sarei stata utile». Il giorno dopo, la nipote ha chiamato i nonni, ma nessuna risposta: «Ho deciso di raggiungerli subito, nonna mi ha aperto, dicendomi che andava tutto bene». A parte la solitudine e quel piccolo dubbio di nonna Valdivia: «Ale, avrò messo il sale o lo zucchero nel minestrone?». Aggiunge Alessia: «Non me la sono sentita di lasciarli soli neppure un istante, e per due giorni consecutivi sono rimasta seduta sul pianerottolo». Buste della spesa, medicina ed ogni genere di necessità, praticamente a portata di spioncino. Al quarto piano di un condominio di gente in là con gli anni. Che fare? Alessia incomincia a chiamare il 118, arrivano due medici dell’Unità speciali di continuità assistenziali: «Sono stati carinissimi, giovani ma molto bravi: sono rimasti a visitare i nonni per almeno due ore. La saturazione era 97: praticamente perfetta, ma mi hanno fatto capire che sarebbe stato meglio non lasciarli da soli».
La telefonata
La nipote si rimette al cellulare, sempre seduta sul pianerottolo, e praticamente tempesta di telefonate i Servizi sociali del Comune di Taranto, alla ricerca di una soluzione. La risposta non si è fatta attendere: «È stata la stessa assessora ai Servizi sociali, Gabriella Ficocelli, ad assicurarmi che avrebbero risolto il problema». E così è stato. Valentina e Ada, della cooperativa privata Nuova Luce, si sono alternate a casa Arnone, non perdendo mai di vista i due arzilli vecchietti. Il servizio domiciliare, del costo di una quarantina di euro all’ora, sarebbe dovuto essere a carico della famiglia. La nipote non ha battuto ciglio, conoscendo l’importanza di un intervento del genere. Ma le belle notizie, in questa storia di buona sanità e di amore tra nonni e nipote, non sono mancate. Con l’annuncio della negatività della signora Valdivia, è arrivata anche la telefonata del presidente della cooperativa Nuova Luce: «L’intero servizio sarebbe stato a carico della stessa cooperativa», ricorda Alessia.
Ghostbusters
Tutto è bene ciò che finisce bene? In pratica sì, ma c’è dell’altro. No, non sono i collant, la riparazione del sistema di riscaldamento, o la minestrina calda: richieste accettabilissime e da tradurre come una sorta di ritorno alle vecchie abitudini da parte dei nonni. Né la paura di non farcela da parte della nipote, il cui motto è da sempre: «Never Give Up». Però, sì, c’è dell’altro ancora. «I miei nonni hanno sofferto molto per la guerra e ne hanno viste di tutti i colori, ma quando si sono ritrovati in casa, per la sanificazione dell’appartamento, i due ‘Ghostbusters’, tutti bardati, con maschera e respiratore, si sono subito portati le mani sul viso, dicendomi: Alessia, ma non ci avevi detto che era tutto finito?».