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Nonostante le sentenze il Veneto riapre la caccia, la Lac: “Hanno voluto regalare l’ultimo weekend di fucilate ai cacciatori”

La denuncia della Lac: “Stavolta la Giunta regionale è riuscita nell’impresa di azzerare una sentenza del Tar che aveva chiuso anticipatamente la caccia a 12 specie di uccelli”

VERONA. La scorsa settimana il Tar del Veneto aveva costretto tramite un’ordinanza a bloccare la caccia. Una vittoria per la Lega abolizione caccia che aveva presentato ricorso contro la Regione. Così era arrivato lo stop alla caccia per Porciglione, Frullino, Folaga, Beccaccino, Gallinella d’Acqua, Germano reale, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Fischione, Codone e Marzaiola.

Il tribunale aveva anche riconosciuto che la Regione aveva protratto di dieci giorni la caccia alle specie Cesena e Tordo sassello, che invece avrebbe dovuto terminare già a partire dal 10 gennaio. Ora però la Regione ha attuato un ultimo colpo di coda. “Stavolta la Giunta regionale è riuscita nell’impresa di azzerare una sentenza del Tar che aveva chiuso anticipatamente la caccia a 12 specie di uccelli aquatici, fermando le stragi nel Delta del Po veneto”, il duro commento della Lac.

Il precedente ricorso era stato presentato anche considerando le prescrizioni dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale relative alla necessità di tutelare l’avifauna in questa particolare fase della stagione. “Con una delibera tenuta nel cassetto fino all’ultimo per evitare ricorsi in extremis, l’amministrazione Zaia ha riaperto la caccia agli acquatici, che doveva fermarsi al 20 gennaio e regalato l’ultimo weekend di fucilate ai cacciatori veneti”.

I volontari della Lac chiedono "di interrompere immediatamente la mattanza" ma fanno sapere al contempo che saranno sul campo per monitorare la situazione denunciando ogni abuso: “Abbiamo già scoperto che alcuni cacciatori utilizzano richiamo elettroacustici vietati per legge”.