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Ong, 50 morti nella repressione delle proteste in Iran

Sono almeno 50 le persone rimaste uccise nella repressione delle proteste in Iran. Le manifestazioni sono seguite alla morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta mentre era sotto la custodia dalla polizia morale per non aver indossato correttamente lo hijab. Lo ha reso noto oggi l'ong Iran Human Rights (IHR) che ha sede ad Oslo.

Migliaia di persone hanno manifestato oggi in tutto l'Iran venerdì in occasione di contro-manifestazioni pro-velo promosse dal governo, dopo una settimana di sanguinose proteste per la morte di Mahsa Amin. E oggi migliaia di persone sono scese in piazza a sostegno dell'hijab e di un codice di abbigliamento conservatore in contro-manifestazioni sostenute dal governo a Teheran e in altre città tra cui Ahvaz, Isfahan, Qom e Tabriz. "La grande manifestazione del popolo iraniano che condanna i cospiratori ei sacrileghi contro la religione è avvenuta oggi", ha affermato l'agenzia di stampa iraniana Mehr. L'imam Seyed Ahmad Khatami ha dato il tono alle preghiere settimanali a Teheran, esortando "la magistratura ad agire rapidamente contro i rivoltosi che brutalizzano le persone, danno fuoco alle proprietà pubbliche e bruciano il Corano". "Sostenere la fine del velo è fare politica alla maniera americana", cantavano i fedeli, che tenevano in alto i cartelli ringraziando le forze di sicurezza e condannando le donne che hanno bruciato l'hijab in pubblico.