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Ospedale di Cavalese, l'associazione Italia Nostra presenta ricorso al Tar contro la nuova sede e per annullare la delibera della Provincia

TRENTO. L'associazione Italia Nostra ha presentato ricorso al Tar di Trento contro Mak Costruzioni e Provincia per annullare la delibera che dispone il pubblico interesse per la costruzione del nuovo ospedale a servizio della valle di Fiemme, della val di Fassa e della val di Cembra in località Masi di Cavalese. Non solo, c'è un altro procedimento con le stesse richieste, firmato dall'Agritur Al Molin.

L'interesse pubblico da parte della Provincia è arrivato a fine novembre: ''Le ragioni sono tecniche e sanitarie. Adesso la valutazione spetta alla comunità'', il commento del presidente Maurizio Fugatti. Un tema delicato con il Comune di Cavalese favorevole alla riqualificazione del vecchio edificio (le risorse erano già a bilancio e il progetto pronto) e fermamente contrario a spostare il polo in località Masi. Semaforo rosso anche dalla Magnifica comunità, proprietaria di parte dei terreni, di pregio, sui quali verrebbe delocalizzato l'ospedale e l'elezione a scario di Mauro Gilmozzi è un segnale significativo. 

Ora il ricorso di Italia Nostra, guidata da Beppo Toffolon. L'associazione impegnata nella tutela e nella promozione del patrimonio storico, artistico e naturale italiano, si è affidata all'avvocato Andrea Lorenzi e ha presentato ricorso contro la delibera provinciale che dichiara di interesse pubblico la proposta del nuovo ospedale in partenariato pubblico-privato ai Masi di Cavalese.

Sono diversi i punti messi sotto la lente di ingrandimento da parte di Italia Nostra. All'epoca della presentazione della proposta della Mak Costruzioni c’era il divieto di fare ricorso al Ppp per tutte quelle iniziative (come la realizzazione di un nuovo ospedale) già comprese nella programmazione provinciale. La norma è stata poi modificata successivamente. Poi l'opera andrebbe a insistere su terreni non edificabili in quanto "aree agricole di pregio" e vincolati nel Pup. La nuova localizzazione da parte della Provincia sarebbe dovuta essere disposta preventivamente, dopo aver coinvolto i Comuni. 

Un'altra criticità è che la decisione appare in contrasto con la riduzione del consumo di suolo. Nel mirino anche la garanzia della continuità dell'attività sanitaria in caso di costruzione ex novo: un criterio del bando per la riqualificazione del vecchio edificio, evidenzia Italia Nostra, è proprio la necessità di evitare interruzioni. Da qui la richiesta dell'associazione di depositare tutti i documenti a disposizione sulla vicenda e l'annullamento della delibera provinciale.