Palermo. Eccessiva. Esagerata. Ribollente di tutto, come nessun’altra città italiana. Neanche Napoli regge a questo confronto. Percorrendo le strade di questa capitale incontri a ogni passo un intreccio indissolubile di magnificenza e decadimento, scintillio e sporcizia, bellezza e abbandono. Contrasti, antipodi.
Posti stupefacenti (per esempio fra i tanti, il Parco della Favorita, il Giardino Botanico, persino un campo da golf nel cuore della città) sono incastonati tra angoli di grande degrado; mare e montagna si fondono; vicoli inquietanti si alternano a vie luminose; grandiosi edifici di epoche normanne, arabe, barocche, rinascimentali, neoclassiche e liberty convivono con le ferite lasciate dall’incursione mafiosa degli anni Cinquanta e Sessanta.
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