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Panificatori trentini sempre più in crisi, dall'energia alle materie prime costi quadruplicati. Bonaffini: ''In sei anni chiuse 36 attività e persi 160 posti di lavoro"

TRENTO. Costi energetici e di materie prime in alcuni casi quadruplicati. Rimane drammatica la situazione della panificazione in Trentino e lo dimostrano le parole che sono state pronunciate dal presidente della categoria Emanuele Bonafini in occasione dell'assemblea generale per tracciare, come di consueto, un bilancio sull’attività svolta nel corso dell’anno passato e per fare il punto sulla situazione della categoria. 

L’aumento del prezzo delle farine e delle materie prime in generale e quello dei prodotti energetici stanno mettendo a dura prova i bilanci delle aziende. “L’aumento dei costi energetici e delle materie prime - ha spiegato il presidente Bonafini - sostenuti dalle nostre imprese nell’ultimo anno, in molti casi addirittura quadruplicati rispetto al 2021, e fondamentali per la produzione di pane fresco e prodotti da forno, ha messo gravemente a rischio la tenuta dei nostri panifici, determinando danni soprattutto a carico delle realtà medio piccole e con conseguenze dirette anche sui consumatori”. 

Un impatto devastante sulla produzione del pane tradizionale trentino che rischia di riguardare anche la figura professionale del “pistore”, a rischio sempre maggiore di estinzione, in favore invece dei grandi colossi industriali che continuano a registrare costanti aumenti di profitto e di potere di mercato.

Un dramma che si traduce anche nella chiusura di diverse attività. “Va tenuto in considerazione – spiega il presidente dei panificatori - che se negli ultimi 6 anni in Italia il settore ha subito una perdita di circa 5 mila imprese, anche in Trentino, nello stesso arco temporale, le imprese della panificazione che hanno definitivamente cessato l’attività sono 36, con una perdita di 160 posti di lavoro, lasciando poco meno di un centinaio di imprese attive ed operanti sul territorio”.


Per richiedere interventi concreti a tutela del patrimonio culturale ed imprenditoriale territoriale rappresentato dal mondo della panificazione trentina, l’Associazione Panificatori ha presentato a marzo una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica ed alle istituzioni del Trentino denominata “Forni Spenti”. “Alla Istituzioni locali abbiamo chiesto – spiega il presidente -  e richiediamo anche in questa sede, di intervenire concretamente e subito inserendo il codice di attività Ateco 10.71.10 delle imprese di panificazione nelle categorie individuate per gli aiuti e ripristinando, nella nuova legge provinciale relativa agli interventi a sostegno del sistema economico trentino, la maggiorazione per la 'filiera della produzione di pane'”. Fra le richieste anche  quella di prevedere ulteriori incentivi per le imprese della panificazione, nell’ambito della Legge provinciale 13 dicembre 1999 n. 6, anche in relazione a progetti per la crescita, la promozione e la qualificazione del settore e di poter inoltre definire, con l’intervento degli assessorati di competenza, maggiori accordi di filiera con i produttori, con l’intento di una maggiore collaborazione tra le aziende del territorio.

Grande importanza viene riservata, come di consueto, alla formazione, grazie anche alla presenza della Scuola di Arte Bianca: “Per reggere la concorrenza - ha spiegato Bonafini - di un mercato sempre più aggressivo, sopperire alla carenza cronica di manodopera e tutelare l’immagine dei panificatori è necessario creare anche i presupposti per avere manodopera qualificata, ricambio generazionale e continuità nelle attività. Un obiettivo importante quindi per la nostra associazione è il sostegno alla crescita continua della Scuola di Arte Bianca e Pasticceria di Rovereto, che ci ha visti impegnati nel corso dell’anno in molteplici incontri con gli organi provinciali competenti, al fine di poter trovare non solo una nuova e più adeguata sede alla struttura ma anche per sostenere l’attività di formazione scolastica e di riqualificazione professionale post diploma, per garantire la possibilità di essere sempre aggiornati su tecniche e sviluppi dell’attività di panificazione”.