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Pd, allarme di Bonaccini: non c’è più un euro, calano iscritti e quattrini, sono al verde le 20 Federazioni

L’allarme di Bonaccini: il Pd non ha più un euro, calano iscritti e quattrini. Piange Il bilancio. E sono al verde le 20 Federazioni regionali. Previsioni negative

Pd, allarme di Bonaccini
Pd, allarme di Bonaccini

Stefano Bonaccini

Pd, allarme conti. “Il Pd non ha più un euro”. Lo dice Bonaccini e c’è da credergli. Piove  sul bagnato: calo (vistoso) di iscitti, calo di quattrini. Crisi doppia: di tessere e di liquidità.

E “il peggio deve arrivare”, come profetizza il governatore emiliano, candidato gran favorito alla segreteria nazionale del Partito. Un momentaccio. Le previsioni sono francamente negative, inutile nasconderle: a settembre finirà la cassa integrazione ordinaria dei dipendenti. La campagna elettorale è costata molto ed ha prosciugato la cassa. Inoltre i versamenti dei parlamentari sono calati; si parla di circa mezzo milione di euro.

PD, PREOCCUPA PIÙ IL FUTURO DEL PRESENTE

I problemi si accumulano. Il bilancio 2023  stiracchia da tutte le parti. Strada facendo si sono persi voti, soldi, molti parlamentari. E alla fine dell’estate torneranno i dipendenti. D’accordo, non sono più i 180 del 2008 ma 120, cifra comunque robusta. O meglio: non 120 ma 95; 25 sono rientrati dai “distacchi” presso i ministeri . In ogni caso graveranno “in  toto” sulle casse del partito.  Quindi il disavanzo aumenterà.  Restano le spese di gestione a cominciare dall’affitto astronomico del Nazareno, che  costa 700 mila euro all’anno. Si aggiunga il caro bollette e tutte le altre spese strutturali e si comprende meglio  le preoccupazioni di Bonaccini.

ADDIO AI VECCHI PROVENTI

Le cifre di un tempo sono un ricordo. Dati ufficiali non ce ne sono. Ma ad interpretare i sussurri del tesoriere Walter Verini, il senatore umbro fondatore del Pd (e Veltroniano doc) –  Verini , per inciso, faceva parte del quartetto che ha visitato in carcere Alfredo Cospito – c’è poco da stare allegri.

È vero che le entrate sono salite di 11 milioni ma le uscite sono schizzate molto in alto, ben oltre gli 11 milioni previsti. Il disavanzo è dunque all’incirca di un milione e mezzo. Colpa di una campagna elettorale anticipata che è costata 4 milioni di euro e che è finita messa a bilancio nel 2022 e non, come si pensava nel 2023.

IL PIANTO DELLE 20 FEDERAZIONI REGIONALI DEL PD

Il lamento è diffuso. Le federazioni regionali del Pd vivono del tesseramento e l’80% dei proventi delle tessere va a loro insieme al contributo degli eletti regionali e locali. Ormai le Federazioni  sono senza personale o quasi. Spesso addirittura senza  sede, come a Roma,  Perugia, eccetera. Non a caso, come scrive Ettore Maria Colombo, “tutti i candidati alla segreteria dem propongono il ritorno del finanziamento pubblico alla politica. Una proposta di legge in tal senso è stata presentata dal senatore  Andrea De Giorgis (docente universitario, già nel governo Conte) e Verini, in cambio di una piena attuazione dell’art. 49 della Costituzione.