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Pensioni: adeguamento e innalzamento delle minime e ricalcolo di quelle cosiddette d’oro. Ecco il programma della Meloni

Le idee della Meloni

Giorgia Meloni ANSA/GIUSEPPE LAMI

Uno dei temi caldi sul quale dovrà misurarsi il futuro nuovo Governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia sarà sicuramente quello delle pensioni, sul quale i sindacati attendono al varco il nuovo governo, dopo le inutili trattative col governo Draghi, che ha accuratamente evitato di cimentarsi sul problema. Meglio pensare all’Ucraina che ai pensionati nostrani.
L’analisi dei programmi elettorali dei partiti usciti vincitori dalle elezioni, effettuata puntualmente dal giornale online QuiFinanza.it, dimostra che i singoli partiti della coalizione di centrodestra non hanno un’idea unitaria sul settore pensionistico e dunque si prospetta un importante dibattito interno per stabilire la strada della riforma previdenziale.

Sul tema pensioni il programma di Fratelli d’Italia pone l’accento su un fattore sopra gli altri: l’innalzamento delle pensioni minime e sociali. Certo, non si tratterà dei mille euro (minimi) promessi da Silvio Berlusconi, ma la strada tracciata (almeno sulla carta) appare comunque chiara: si punta sull’aumento strutturale e progressivo delle pensioni di invalidità, “che non potranno essere inferiori ad altre forme di assistenza sociale esistenti, affinché l’ampia fascia di beneficiari possa godere di condizioni di vita migliori”.
Una delle misure su cui Meloni ha insistito di più negli ultimi anni è il taglio del cuneo fiscale. Un obiettivo raggiungibile, secondo la futura premier, “facendo pagare allo Stato una parte dei contributi previdenziali che oggi sono a carico dell’impresa e del lavoratore. Sono misure che esistono già ma che vanno enormemente potenziate”. La leader di FdI vuole inoltre arginare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile con l’aspettativa di vita e prorogare la misura Opzione Donna.
Il partito della Meloni propone insomma flessibilità per quanto riguarda l’uscita dal mondo del lavoro, anche per favorire il ricambio generazionale. In tal senso nel programma, la futura premier lancia anche l’introduzione “di un meccanismo di solidarietà intergenerazionale“.

Nel mirino del futuro Esecutivo ci sarà anche il ricalcolo delle cosiddette pensioni d’oro, “che non corrispondono a contributi effettivamente versati”, uno dei cavalli di battaglia della Meloni. Non solo: è previsto inoltre l’adeguamento delle pensioni minime, “per permettere a tutti di vivere in una situazione dignitosa”. Il futuro governo dovrebbe quindi procedere con la rivalutazione dei trattamenti pensionistici a 16 milioni di pensionarti dal prossimo anno, per far fronte alla svalutazione monetaria (Reddito di cittadinanza, esclusi e “salvi” della riforma Meloni).

Giorgia Meloni non dovrebbe essere poi tanto sconvolta dal ritorno della Legge Fornero, visto che nel 2011 era tra i firmatari di Forza Italia che approvarono la riforma. Si discuterà senz’altro qualche “aggiustamento”, mentre appare quasi certo il “no” a Quota 41 proposta dalla Lega. Un campo minato sul quale si comincerà a misurare già fin dall’inizio la tenuta dell’esecutivo.

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