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Per Cuba è cominciato il conto alla rovescia

Almeno quattro video registrati illegalmente, disordini e la testimonianza di un funzionario di una banca cubana imprigionato hanno segnato la settimana del processo presso l’Alta Corte del Regno Unito tra Cuba e il fondo di investimento CRIF. La sentenza secondo la CNBC dovrebbe arrivare entro i prossimi quattro mesi. Il fondo che ha iniziato ad accumulare titoli di credito nel 2009 ha citato in giudizio Cuba per 72 milioni di dollari di prestiti commerciali non pagati degli anni ‘80, quando Fidel Castro governava ancora l’isola. I debiti sono così vecchi che sono denominati in marchi tedeschi, valuta sostituita dall’euro nel 2002. Come scritto in un precedente articolo sulla vicenda se Cuba verrà condannata potrebbe aprirsi una voragine nei conti dello Stato caraibico visto che i debiti commerciali ammontano a 7 miliardi di dollari e il processo è visto come un banco di prova dagli altri creditori che non aspettano altro che la sentenza del processo per decidere il da farsi. CRF, precedentemente noto come Cuba Recovery Fund (CRF), possiede più di 1 miliardo di dollari in valore nominale di prestiti bancari europei estesi a Cuba alla fine degli anni ‘70 e all’inizio degli anni ’80. I manager del fondo durante la loro deposizione hanno più volte affermato di non aver mai voluto lo scontro ma che il ricorso al giudizio dell’Alta Corte è stato obbligato quale «ultima risorsa dopo che il Governo cubano ha ignorato le ripetute richieste di negoziare per un decennio». David Charters, presidente del Fondo, in aula ha affermato: «Per CRF, il contenzioso non è attraente. È lento, è costoso, richiede tempo. Ma se è l’unico modo per arrivare dall’altra parte al tavolo, allora dobbiamo seguire questa strada». Secondo i documenti e le testimonianze del tribunale, CRF ha inviato diverse lettere al Governo cubano e ha offerto a Cuba «uno scambio di debito in azioni», proposta non rara nelle ristrutturazioni del debito che coinvolgono Paesi con pochi soldi a disposizione. In questi accordi, il creditore riceve una concessione o proprietà del governo come un aeroporto o un porto o altre strutture simili.

La difesa di Cuba

Il team cubano ha sostenuto sia nelle istruttorie che durante il processo che «il debito non è stato legalmente trasferito o riassegnato a CFR», facendo leva sul fatto che il Fondo da loro ritenuto «avvoltoio», ha la sua sede legale nelle Isole Cayman. I legali cubani si sono concentrati sugli aspetti tecnici del diritto cubano sostenendo che «CRF non ha il diritto di citare in giudizio Cuba sulla base della legge cubana». Una scelta ideologica e potenzialmente pericolosissima per Cuba visto che si tratta di debiti contratti all’estero sulla base di normative internazionali, tanto che il processo si è celebrato presso l’Alta Corte del Regno Unito e non a L’Avana. Al processo ha testimoniato in videoconferenza Raúl Olivera Lozano, un ex funzionario del Banco Nacional de Cuba, che ora sta scontando una pena detentiva di 13 anni nell’Isola. Secondo i cubani è stato condannato «per aver accettato una tangente di 25.000 sterline in cambio della firma di documenti che consentivano di trasferire il debito in questione al CRF, che ha poi consentito al fondo di citare in giudizio Cuba». Olivera Lozano ha detto di non essere mai stato pagato: «Ho firmato quel documento perché mi aspettavo benefici economici e denaro», aggiungendo che il rappresentante del CRF «non l’ha rispettato, e mi sono ritrovato ad essere stato usato da questo signore», riferendosi a Jeet Gordhandas , un rappresentante del fondo. CRF ha sostenuto in aula che le accuse di corruzione sono assurde e che sono state costruite dal Governo cubano solo per giustificare il mancato pagamento del debito.

Il processo

Ha attirato così tanti partecipanti, stampa inclusa, che il giudice ha dovuto far predisporre una seconda aula dotata di un monitor video ma qui si sono verificato disordini e almeno quattro persone hanno registrato illegalmente video e li hanno pubblicati online, un fatto che ha attirato le ire del giudice Sara Cockerill. La registrazione dei procedimenti presso l’Alta Corte è una violazione della legge del Regno Unito. Cockerill ha chiesto più di una volta che i video venissero rimossi dai social media e ha ordinato a coloro che li avevano pubblicati di comparire in tribunale per scusarsi, altrimenti sarebbero stati accusati di oltraggio alla corte. Fuori dal tribunale, gli esuli cubani hanno protestato e gridato asesinos e cobardes (assassini e codardi, n.d.a), ogni volta che i rappresentanti del Governo cubano e il team legale entravano o uscivano dall’edificio. Il processo è seguito con apprensione anche dalla diaspora cubana in tutto -il mondo Italia compresa. Per Yuraimi Machado attivista italiana di origine cubana per i diritti umani sull’isola «le tesi degli avvocati di Cuba mi paiono fragilissime a fronte di soldi ottenuti da Fidel Castro con contratti firmati che non sono certo sottoposti alla legge cubana. Temo che per Cuba sarà un disastro perché se il fondo vincerà la causa a pagare saranno ancora una volta i cittadini cubani e non certo la dittatura».

Debito sovrano inadempiente

Il debito sovrano inadempiente, come quello di Cuba, viene scambiato sul mercato secondario. Gli investitori distress sono specializzati nell’acquistare debiti non pagati con uno sconto rispetto al valore nominale e quindi negoziare con il Governo in questione per saldarli, di solito per una parte del capitale e una parte degli interessi scaduti. Molti Paesi hanno subito ristrutturazioni del debito, dalla Grecia al Nicaragua all’Iraq. In una presentazione agli investitori del CRF del 2009, utilizzata come prova durante il processo, il fondo scrive: «Le ristrutturazioni storiche del debito dei mercati emergenti indicano rendimenti potenziali del 100% - 1.000%». In una testimonianza in tribunale, un rappresentante del CRF ha affermato che «l’intera strategia del fondo era basata sull’elezione del presidente Barack Obama nel 2008 e sul desiderio di Obama di lavorare per porre fine all’embargo statunitense decennale contro Cuba, imposto durante la Guerra Fredda». A questo in aula è stato ricordato come nel 2014 quando Obama e l’allora presidente cubano Raul Castro annunciarono lo scongelamento delle relazioni il debito cubano è sali’ temporaneamente a 30-35 centesimi di dollaro, dopo essere stato scambiato a 6-8 centesimi per decenni. Ma è fatto noto che nonostante i molti sforzi diplomatici dell’amministrazione Obama, il governo cubano ha sempre espresso scarso interesse per qualsiasi presenza o per gli investimenti commerciali americani sull’Isola preferendo legarsi alla Cina. Dopo la storica visita di Obama a Cuba nel 2016 il regime iniziò una nuove stagione del repressione del dissenso politico. L’embargo non è terminato e molti degli allentamenti annunciati sotto Obama sono stati annullati dal presidente Donald Trump.

A causa dell’embargo statunitense contro Cuba agli investitori americani è proibito possedere e commerciare debito cubano, il che frustra alcuni gestori di hedge fund negli Stati Uniti. Sostengono che detenere debito cubano servirebbe meglio gli interessi della politica estera degli Stati Uniti perché darebbe agli americani un la possibilità di avviare negoziato con Cuba. Al di là del debito commerciale europeo, ci sono ancora quasi 6.000 crediti americani in sospeso da individui e società le cui proprietà sono state confiscate dal governo Castro negli anni ‘60. John Kavulich, capo dell’US-Cuba Trade & Economic Council, sta seguendo da vicino il processo per conto di società americane con richieste ancora pendenti e all’CNB ha dichiarato: «Questo non è stato uno spettacolo elegante. Le aziende e le istituzioni finanziarie stanno a guardare, e finora il messaggio che hanno ricevuto dalla causa e dal processo è quello di evitare Cuba». Come finirà il processo? Difficile fare previsioni, tuttavia, la difesa di Cuba che ha puntato tutto sulla questione ideologica e sulle leggi cubane ha lasciato molti osservatori perplessi. Ora per Cuba è iniziato il conto alla rovescia.