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Pnrr e rata di dicembre, ispettori Ue a Roma. Sotto la lente i ritardi e la riforma degli appalti

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl confronto con l’Europa

Tra i tanti capitoli finiti al centro del confronto con i vertici dei diversi ministeri coinvolti nel Piano e con gli enti territoriali, uno spazio centrale è stato occupato dalle regole della concorrenza e dalla semplificazione necessaria al Codice degli appalti

di Gianni Trovati

2 dicembre 2022

Mattarella: "Lotta evasione fiscale centrale nel Pnrr"

Mentre il dibattito pubblico alimentato dal governo si è concentrato in questi giorni su possibili modifiche a contenuti o tempistica del Pnrr, i tecnici della task force Ue hanno concluso ieri nelle stanze nobili del ministero dell’Economia il confronto con le strutture dei ministeri e degli enti territoriali sullo stato di attuazione del Piano che c’è, e su target e milestone a cui è agganciata la rata di dicembre.

Più del ridimensionamento degli obiettivi di spesa, già ampiamente rivisti dalla Nadef che ha ridotto il programma 2022 a 15 miliardi dai 28 delle previsioni iniziali, a quanto riferisce più di un partecipante agli incontri con la task force Ue guidata da Céline Gauer l’attenzione degli esaminatori comunitari si è concentrata sullo stato di avanzamento delle riforme e sugli ostacoli attuativi delle decisioni già formalizzate in leggi e decreti nei mesi scorsi. Un tema meno amato dai ministri che in questi giorni si sono prodotti in riflessioni pubbliche sul Piano, ma determinante nei criteri di analisi della commissione che si fondano sulla logica di risultato più che sull’approvazione formale.

L’esame della Ue

Tra i tanti capitoli finiti al centro del confronto con i vertici dei diversi ministeri coinvolti nel Piano e con gli enti territoriali, uno spazio centrale è stato occupato dalle regole della concorrenza e dalla semplificazione necessaria al Codice degli appalti.

Sul primo punto, i fronti aperti sono due. Perché il cronoprogramma del Piano prevede entro la fine di questo mese l’attuazione della legge 2021 e l’approvazione di quella del 2022. Le incognite sono su più livelli. Per i decreti già approvati c’è un cammino a singhiozzo nei territori, come mostrano per esempio i ritardi di alcune regioni soprattutto meridionali nella ridefinizione della governance del servizio idrico. Per altri ancora in cantiere ci sono invece decisioni politiche non semplici da prendere per la nuova maggioranza. È il caso del nuovo tentativo di riforma dei servizi pubblici locali, che mercoledì ha ottenuto in conferenza Unificata un’intesa subordinata all’apertura di tavoli di confronto su affidamenti diretti, trasporto locale e ambiti territoriali, ma soprattutto deve ancora superare la prova parlamentare e quella del via libera finale in consiglio dei ministri. E allo stesso punto è la mappatura delle concessioni mentre sui balneari il decreto è fermo.

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Il codice degli appalti

Per il nuovo Codice appalti l’appuntamento è a giorni, ma gli inciampi di questi mesi nei bandi Pnrr dall’Istruzione all’Ambiente hanno evidenziato nelle discussioni di questi giorni l’esigenza di individuare subito i colli di bottiglia da liberare.