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Pnrr, l’Italia rischia di perdere 58 miliardi di euro per le carenze degli enti locali

L'atavica disorganizzazione dei comuni meridionali

Gli sforzi del governo Draghi per rispettare i tempi di attuazione del Pnrr nazionale rischiano di essere compromessi dalle difficoltà che gli enti locali, soprattutto nel sud, incontrano nella realizzazione dei loro progetti.

Sono proprio i comuni, specie quelli del meridione, ad essere più in difficoltà non solo nel portare avanti i progetti ma anche nel presentare delle proposte ammissibili ai finanziamenti, sia per carenza di personale, sia per l’insufficiente organizzazione. La quantità di passaggi burocratici a cui adempiere e la complessità della documentazione da fornire infatti, in alcuni casi può anche scoraggiare gli enti locali meno efficienti.

Una relazione pubblicata recentemente dall’associazione nazionale comuni italiani (Anci) sottolinea come le risorse del Pnrr non possano essere utilizzate per colmare le lacune di personale. Per ovviare a questi problemi il governo ha varato una serie di iniziative per supportare gli enti locali. Tuttavia questi accorgimenti, almeno sinora, non sembrano essere stati in grado di risolvere le criticità.

Le difficoltà inoltre non si esauriscono neanche nei casi in cui gli enti locali riescano a intercettare i fondi. In particolare si sollevano dubbi sulla loro capacità di portare le opere a compimento entro i tempi previsti. Si tratta di un elemento fondamentale per non rischiare di perdere i fondi europei.

Per quanto riguarda invece le risorse da assegnare, si parla di circa 58 miliardi di euro. Il dato così elevato è dovuto al fatto che Anci considera anche bandi per circa 9 miliardi che saranno gestiti centralmente dai ministeri della transizione ecologica e dell’agricoltura ma che vedranno i comuni come principali beneficiari. Inoltre, in alcuni casi, i bandi non si rivolgono solamente ai comuni ma anche ad altri soggetti come le regioni, le province e altre realtà territoriali.

L’amministrazione che assegnerà l’ammontare più consistente delle risorse con i bandi ancora in corso, è il ministero dell’interno con circa 12,9 miliardi di euro. Seguono il ministero della transizione ecologica (11,9 miliardi) e quello delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (11,3).

Si tratta di un fiume di miliardi a disposizione dei comuni, la cui utilizzazione potrebbe essere messa in discussione dall’atavica inefficienza di molti enti territoriali. Senza che il governo, né quello attuale, Né quello futuro, abbia la possibilità d’intervenire.

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