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"Poche donne ai vertici, solo il 19% sono presidenti di sezione". Il Cai istituisce una 'Commissione per l'uguaglianza di genere' dopo 160 anni di storia

TRENTO. Incoraggiare la parità tra uomini e donne con una commissione permanente. E' questo il nuovo obiettivo del Club alpino italiano, che per la prima volta nei suoi 160 anni di storia istituisce con la delibera presidenziale del 26 gennaio 2023, la Commissione "Politiche sociali – Uguaglianza di genere" con un obiettivo ben preciso, incoraggiare la parità di genere all’interno del sodalizio con sguardo attento agli ostacoli che socie e soci trovano sul proprio cammino.

"All'interno del corpo sociale del Cai la percentuale delle donne è significativa e in crescita, dal 32% del 2010 al 38% del 2022, ma cala drasticamente nei ruoli tecnici e verticistici, sia a livello centrale che territoriale - riporta l'associazione alpinistica -. Le donne presidentesse di sezione sono infatti solo il 19% del totale, percentuale che resta invariata per quanto riguarda le titolate (accompagnatrici e istruttrici) regionali".

La Commissione intende indagare le cause di questo calo percentuale nei ruoli di vertice e trovare le necessarie modalità per invertire la rotta, proponendo agli organi dirigenti le necessarie azioni politiche e regolamentari e associative. A coordinare la Commissione sarà l'avvocata Fabiola Fiorucci, istruttrice di alpinismo e passata presidente del Cai Umbria.

"Ho accolto con favore l'invito del Presidente generale Antonio Montani a diventare la coordinatrice della Commissione - dichiara Fiorucci -. Sono tematiche in cui credo molto: le donne, come tutti coloro che hanno un qualsiasi ostacolo nella vita associativa, vanno assolutamente incentivate, utilizzando gli strumenti adatti per attuare politiche per la parità di genere. Personalmente, sono l'unica donna a far parte della Scuola di alpinismo 'la Fenice' di Ancona e posso dire di essere considerata assolutamente alla pari dagli altri istruttori. Anzi, questi ultimi sono convinti che la mia presenza sia un valore aggiunto. È giusto che finalmente anche il nostro sodalizio affronti una tematica così attuale e importante. Io sono un'avvocata, conosco la legislatura in materia e assicurerò il massimo impegno per il raggiungimento degli obiettivi".

Oltre a Fiorucci, i componenti della commissione sono 14: Laura Colombo, vicepresidente generale; Marusca Piatta, consigliera centrale; Milena Manzi, consigliera centrale; Anna Facchini, presidente Sat – Società degli alpinisti tridentini; Letizia Rossi, presidente Commissione centrale alpinismo giovanile; Carla D'Angelo, presidente Commissione centrale medica; Brigitta Faverio, coordinatrice Gruppo di lavoro Giovani; Milena Merlo Pich, componente Comitato scientifico centrale; Giulia Tabanelli, presidente Sezione Lugo di Romagna; Agostina Piredda, presidente sezione Reggio Calabria; Marika Novati, presidente Sezione Cantù, già membro del progetto "Libere in vetta"; Laura Posani, già presidente Sezione Sem di Milano; Evelyn Franceschini, presidente Sezione di Pisa e Anna Bisogninl, socia giovane Cai Montecchio Maggiore.

Nell’ambito del progetto per il raggiungimento della parità di genere promosso nel 160esimo anno del sodalizio, si inserisce inoltre l'attività di Auditing esterno in corso di svolgimento nella sede centrale del Cai a partire dallo scorso ottobre. Le finalità sono la valorizzazione delle competenze e delle inclinazioni dei professionisti e delle professioniste, nonché del personale attivo, al fine di progettare una riorganizzazione che tenga conto delle problematiche organizzative e strutturali fino ad oggi presenti in sede centrale. Obiettivo ultimo sarà la richiesta della certificazione di parità di genere per l’Ente.

Il Sistema di certificazione della parità di genere è un intervento del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (Pnrr), a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità, che ha l'obiettivo di accompagnare e incentivare le imprese ad adottare policy adeguate per ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne. Un’attestazione riconosciuta alle imprese che abbiano attivato politiche aziendali tali da ridurre le differenze di genere, dagli squilibri di salario per parità di ruoli professionali, a quelli riferiti alle possibilità di carriera, fino alla tutela della maternità e a ogni altra disuguaglianza uomo-donna riscontrabile in contesti lavorativi.