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Psicologo a scuola, Valerio Mammone: «Servirebbe agli studenti ma anche ai docenti»

«Bisogna cogliere l'occasione per riflettere attentamente sull'introduzione dello psicologo a scuola, soprattutto in un momento particolarmente difficile. Anche a seguito dell'emergenza Covid, il disagio psicologico dei ragazzi è aumentato in modo significativo». Lo ha ribadito il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara intervenuto questa mattina sull'episodio avvenuto nel Liceo Scientifico Emilio Alessandrini di Abbiategrasso, in provincia di Milano, dove un'insegnante è stata ferita da uno studente 16enne che l'ha accoltellata a un braccio, minacciando poi i compagni con una pistola giocattolo, e procurandosi infine alcune ferite con la medesima arma da taglio.

«Credo sia la prima volta che un Ministro dell'Istruzione affronti in modo pubblico il tema dello psicologo scolastico. E penso che abbia fatto bene», evidenzia Valerio Mammone, direttore di ScuolaZoo, che sull'importanza di introdurre uno psicologo a scuola si è fatto promotore di diversi incontri di sensibilizzazione e divulgazione. «Perché lo psicologo, in realtà, non serve soltanto agli studenti, serve anche ai docenti, che fanno un lavoro in alcuni casi “di frontiera”, talvolta molto complicato. Un lavoro che comporta il dare dei giudizi a persone che non sono ancora formate da nessun punto di vista e che quindi possono prendere questi giudizi nella maniera sbagliata, a volte con cali di autostima, altre volte con conseguenze estreme, ma comunque reali, come nel caso accaduto ad Abbiategrasso. Per cui, ritengo sia veramente importante la decisione di inserire una figura di supporto psicologico fissa, potrebbe determinare un enorme cambiamento nel nostro paese, non solo per chi la scuola la vive tutti giorni, ma anche per i genitori perché significherebbe portare la salute mentale dove non è mai stata, a riprova della sua importanza».

Attualmente la regolamentazione scolastica italiana non prevede una figura del genere a livello istituzionale, sebbene vi sia anche una proposta di legge sul supporto psicologico presentata dai sindacati studenteschi, che prevede l’istituzione di presidi psicologici in tutte le scuole e le università italiane.

«In questo momento, la figura dello psicologo scolastico è discontinua, non è presente in tutte le scuole e a tutti i livelli, e quando c'è copre pochissime ore, perché spesso viene finanziato con fondi comunali o con delle donazioni di aziende del territorio che decidono di sostenere la scuola in modi diversi», spiega Mammone. «Non si tratta pertanto di una figura istituzionalizzata e, perdipiù, il fatto che sia presente per poche ore - spesso per tanti studenti - fa sì che sia poco sfruttata oppure che a volte finisca il mandato quando un percorso intrapreso è soltanto all'inizio, e sappiamo bene che la salute mentale è un tema che richiede un tempo importante, non solo perché faccia effetto ma anche perché si instauri un rapporto di fiducia tra la persona e il professionista che se ne prende cura».

Psicologo scolastico, i ragazzi lo vorrebbero

«Dove però lo psicologo c'è stato in maniera continua e discreta», prosegue il direttore di ScuolaZoo, «laddove lo studente ha avuto la possibilità di beneficiarne senza che tutta la scuola venisse a sapere che andava dallo psicologo (anche perché c'è poi un tema di pudore), l'esperienza ha dato dei risultati molto buoni».
In poche parole, i benefici sono evidenti, e l'effetto positivo del prendersi cura della salute mentale è un teme oramai sdoganato per la Generazione Z. «Ad adeguarsi deve essere la scuola e la decisione di prevedere misure a sostegno delle nuove generazioni non spetterebbe soltanto al Ministero dell'istruzione, ma direttamente al Governo».

Nel 2022, in collaborazione con la Fondazione Il Bullone, ScuolaZoo aveva lanciato un sondaggio sull'introduzione dello psicologo scolastico che ha coinvolto via social mille ragazzi e ragazze fino ai 22 anni, da cui è emerso che l’introduzione di tale figura nelle scuole sarebbe accolta favorevolmente dagli studenti. Nello specifico, secondo il sondaggio, il 75% dei giovani ritiene che la presenza fissa di uno psicologo a scuola sia importantissima. Dal sondaggio emergeva anche il timore, piuttosto diffuso tra i ragazzi, legato allo stigma sociale: il 33% degli studenti, nello specifico, andrebbe dallo psicologo ma teme di essere giudicato, mentre il 16% non ci andrebbe per imbarazzo.

«Speriamo che da brutto episodio come quello odierno, che poteva finire in maniera decisamente peggiore, possa arrivare qualcosa di buono», conclude Mammone, «una maggiore consapevolezza e qualche provvedimento nuovo che porti più serenità nelle scuole, non solo per casi estremi come quello di oggi, ma in generale nella vita di tutti i giorni».