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Putin ha effettuato una “visita di lavoro” a Mariupol

In queste ore il presidente russo Vladimir Putin si è recato in visita a Mariupol, autoproclamata Repubblica del Donetsk.

Vladimir Putin
Vladimir Putin – Nanopress.it

Secondo la Corte Penale Internazionale Putin si può processare per crimini di guerra nonostante Mosca dica di non essere soggetta alle decisioni di questo Tribunale.

Putin visita Mariupol

Il presidente russo Vladimir Putin è in visita a Mariupol per quella che è stato definito un viaggio di lavoro. Nell’autoproclamata Repubblica del Donetsk ha ispezionato una serie di luoghi e ha parlato con i residenti locali.

L’agenzia russa Tass ha riportato la notizia dopo averla appresa dal servizio stampa del Cremlino, riferendo che il presidente ha raggiunto la regione in elicottero e poi una volta atterrato, ha guidato un veicolo per le strade di Mariupol facendo diverse tappe lungo il percorso.

Sembra un cittadino qualunque che gira per una città, in realtà si tratta dell’uomo di cui più si parla al mondo, considerato colpevole dello scoppio della guerra, tanto che ora pende su di lui un mandato di arresto internazionale per crimini di guerra, dopo che la Russia è stata sanzionata per ben 10 volte proprio a causa dell’invasione in Ucraina.

Pochi giorni fa l’esercito del Paese ha inaugurato una piattaforma per elicotteri sull’acciaieria Azovstal, uno dei simboli di questo conflitto che fin dall’inizio, ormai un anno fa, è stata presa di mira dai militari.

Per mesi è stata la roccaforte delle forze armate ucraine che poi si sono arrese nel maggio scorso. Secondo i media, il presidente è arrivato con l’elicottero in questo luogo e poi ha incontrato i vertici militari nel posto di comando di un’operazione speciale, che si trova nella città russa di Rostov sul Don.

Come dicevamo, non è una semplice gita da parte di un uomo qualunque e questo suo girovagare fa infuriare molti, soprattutto chi lo vorrebbe dietro le sbarre per le atrocità che sta commettendo.

Il mandato di arresto per Putin

Poche ore fa la Corte dell’Aja ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo e anche per la commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, accusandoli di crimini di guerra e di aver deportato in modo illegale dei bambini in Russia.

Una decisione che il procuratore generale ucraino, Andrij Kostin, ha definito storica. La Corte Penale Internazionale accusa Putin di molti crimini ma questo è davvero molto pesante, egli avrebbe infatti trasferito dei bambini ucraini dalle zone occupate del loro Paese, in territorio russo.

I due mandati di cattura sono stati emessi dopo le istanze di accusa presentate a febbraio dopo un anno dall’inizio della guerra, le quali erano rimaste secretate per proteggere vittime e testimoni coinvolti nelle indagini.

La Corte pero ha ritenuto che tali crimini siano in cora in corso e così questi mandati sono stati resi pubblici, così come i reati contestati. Il procuratore capo della Corte, Karim Khan, ha riferito ai microfoni della Cnn che Putin deve essere processato, al contrario di quanto affermano Mosca, ovvero che la Russia non è soggetta alle decisioni dell’Aja.

L'incontro fra Zelensky e Karim Khan
L’incontro fra Zelensky e Karim Khan – Nanopress.it

Khan però ha ricordato i processi contro altri criminali della storia, come i nazisti ma anche contro l’ex presidente jugoslavo Milosevic e l’ex leader liberiano Taylor, per far capire che anche coloro che si credono intoccabili dovranno prima o poi rendere conto alla giustizia.

“erano tutti potenti eppure sono finiti in tribunale”.

I reati che vengono contestati a Putin, circa il trasferimento illegale di bambini, sarebbero partiti in concomitanza con l’inizio della guerra, il 24 febbraio del 2022. Chiaramente il presidente ha commesso molti crimini di guerra in questi mesi e il mandato è giustificato, questo almeno è quello che pensano Joe Biden e Zelensky.

Il presidente ucraino ha commentato il fatto così:

“sarebbe impossibile portate a termine una cosa così criminale enza l’ordine del leader dello stato terrorista che ci sta assediando. portare via i bambini è una politica malvagia. ringrazio la corte penale internazionale per la volontà di voler assicurare i colpevoli alla giustizia”.

È intervenuta anche la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, Adrienne Watson, che non ha esplicitamente appoggiato la sentenza però ha affermato che crede in ciò che è venuto fuori, anche perché la Cpi è neutra e prende le decisioni esclusivamente in base alla prove di cui dispone, senza favorire nessuno, In questo caso la Corte ha alla mano 40 volumi di fascicoli e più di 1000 pagine di prove da esaminare.

Ma accanto ai pareri favorevoli di Ucraina e Stati Uniti, c’è anche chi dalla Russia storce il naso perché Putin si sente intoccabile nella sua roccaforte russa e finché non lascerà i confini è al sicuro, almeno questa è la linea difensiva di chi è vicino a lui.

Kiev chiede la lista dei bambini deportati

La visita di oggi a Mariupol è la prima ufficiale di Putin dopo quella di ieri nella Crimea per l’anniversario dell’annessone alla penisola ucraina.

Con lui sulle strade di Mariupol c’era il vice primo ministro russo, Marat Khusnullin che ha fatto una relazione dettagliata sui lavori da effettuare per la ricostruzione ma anche le far sorgere nuovi quartieri residenziali, strutture per bambini, centri medici e infrastrutture.

Fra le altre cose, il presidente ha parlato con i residenti del quartiere Nevskij e ha visitato un appartamento su invito della famiglia che vi abita, questa immagine da buono però non si addice all’uomo responsabile di un anno di distruzione in territorio ucraino.

Kiev vuole vederci chiaro sulla vicenda dei bambini deportati e infatti la vicepremier Iryna Vereshchuk ha chiesto una lista dei nomi, fornendo l’indirizzo mail ufficiale del governo per poterla avere nel più breve tempo possibile.

“mi appello al commissario russo per i diritti umani e a quello dei bambini. vorrei ricevere l’elenco dei minori deportati, che sono stati privati degli affetti familiari e portati in territorio russo nonostante fossero cittadini ucraini”.