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Quanto costano davvero le commissioni sui pagamenti col Pos

Qualche esempio

L'esborso è davvero così elevato come lamentano i commercianti? Ecco cosa offre il mercato e quanto pagano si paga in percentuale sul transato

È uno dei temi più caldi delle ultime settimane. Parliamo della norma inserita nella legge di bilancio che cancella di fatto l'obbligo per commercianti e professionisti di accettare carte e bancomat per qualsiasi importo. Dal 2023 le sanzioni scatteranno solo se si rifiutano transazioni sopra i 60 euro.

La maggioranza di governo ha giustificato la misura con la necessità di tenere conto della "crisi di liquidità e degli incrementi dei costi produttivi, gestionali e operativi, prodotti in capo agli operatori economici dall'inflazione e dall'aumento dei costi dei prodotti energetici", oltre che con l'esigenza di "di assicurare la proporzionalità tra l'entità della sanzione irrogabile (in ogni caso non inferiore a 30 euro) e l'importo del pagamento rifiutato". In effetti le lamentele dei commercianti sul costo dei pagamenti con bancomat e carta di credito sono storiche, rafforzate da alcune forze politiche con la narrativa del "regalo alle banche".

Pos: quanto costano le commissioni sui pagamenti

Ma le commissioni costano davvero così tanto? Iniziamo col dire che l'esatto ammontare dei costi dipende da diversi fattori e che gli operatori che forniscono il servizio hanno prezzi diversi. Alcuni esempi: Banca Sella applica una commissione dello 0,95% sui circuiti internazionali, incluse carte business, e dello 0,45% su PagoBancomat. Il noleggio del Pos è gratuito per il primo mese, poi gratis con un transato minimo di 6.000 euro al mese. Altrimenti il noleggio costa 6 euro al mese. Una delle offerte di Poste Italiane prevede invece una commissione fissa sul transato pari all'1,5%. Il costo del dispositivo è di 79 euro, ma non è previsto nessun altro costo fisso mensile.

Con il Pos mobile di Banca Intesa si paga l'1,8% sulle transazioni. Il costo di attivazione è di 60 euro e anche in questo caso non è previsto un canone mensile. Banca Intesa ha poi annunciato di recente che per tutto il 2023 saranno azzerate le commissioni sui micropagamenti fino a 15 euro. Analoga decisione ha preso Nexi che ha annullato tutte le commissioni sulle transazioni fino a 10 euro fino alla fine del prossimo anno. Nexi propone diverse soluzioni. Una di queste è un Pos a 29 euro con zero così fissi mensili e una commissione sul transato pari all'1,89%. Un'altra prevede un canone di 14,50 euro al mese, un costo di attivazione di 79 euro, ma una commissione più bassa pari all'1,2%. E ancora: Unicredit propone il Pos a un canone mensile di 2,80 euro e una commissione dello 0.9% sul transato. Senza costi di attivazione. 

Abbiamo fatto qualche esempio solo per dare un'idea sommaria del costo delle commissioni. Va da sé che il mercato è piuttosto variegato nonché in continua evoluzione: i pacchetti proposti dagli operatori sono molti ed è difficile restituire un quadro esaustivo della situazione. In generale si può dire che il costo delle commissioni varia dallo 0,9 all'1,9%. Ipotizzando un costo medio dell'1,50%, su una transazione di 50 euro il commerciante paga 75 centesimi. Molti operatori offrono poi degli sconti sulle transazioni per i piccoli pagamenti, fino ad azzerare il costo delle commissioni sotto una certa soglia.

C'è però un'ulteriore agevolazione per ammortizzare i costi. Per chi ha ricavi inferiori ai 400 mila euro l'anno si può infatti richiedere un credito d'imposta del 30% sulle commissioni legate ai pagamenti elettronici.  È poi vero che anche gestire il contante è un onere: non sono costi immediatamente visibili ma ci sono, dal rischio rapine alla necessità di assicurazioni e sistemi di sicurezza fino al problema delle banconote false.