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Quanto gas abbiamo in Italia

Le importazioni di gas in Italia sono cambiate: il gas russo al Tarvisio va verso l'azzeramento, le altre fonti di approvvigionamento sono incerte ma l'inverno è passato senza i danni che si temevano. Nel 2023 da dove arriva il gas in Italia? Il governo Draghi, tramite Eni, aveva avviato un piano di diversificazione delle forniture per emanciparci da quelle russe: Libia, Nord Europa, ma soprattutto Algeria, Azerbaigian e Gnl stanno sostituendo i volumi di gas russo che ormai costituiscono una quota minima delle importazioni. Il governo Meloni ha il compito di gestire e completare questa transizione nel 2023, fino alla completa eliminazione del gas russo nell'inverno 2024-2025. Today ha elaborato i dati disponibili in una serie di grafici e strumenti utili a capire cosa sta succedendo con il gas in Italia, dall'andamento delle forniture al livello degli stoccaggi, fino alla mappa dei gasdotti e dei rigassificatori italiani. 

Dove sono i gasdotti e i rigassificatori in Italia: la mappa

Il trasporto del gas in Italia è gestito da Snam grazie a una rete capillare di gasdotti. Ma ci sono anche i rigassificatori, dove il gas naturale liquefatto (Gnl) viene riportato allo stato gassoso e immesso in rete. Da dove arriva il gas in Italia? Il gas arriva dall'estero in sette punti di ingresso sul territorio nazionale, in corrispondenza dei gasdotti e dei rigassificatori di: 

  • Tarvisio, Friuli Venezia Giulia: qui arriva la totalità del gas russo, tramite il Tag (Trans Austria Gas) che porta in Italia il gas dalla Russia passando attraverso Ucraina, Slovacchia e Austria. A Tarvisio ariva anche parte del gas proveniente dal Nord Europa. Ha un secondo "ramo" che entra in Italia a Gorizia passando dalla Slovenia. L'impatto dei danni al Nord Stream riguarda l'Italia in parte, perché la quasi totalità delle forniture russe arriva a Tarvisio tramite il gasdotto che attraversa l'Ucraina e poi l'Austria;
  • Passo Gries, Piemonte: da qui passa il gas che arriva dai giacimenti del Mare del Nord tramite Transitgas, il gasdotto proveniente da Norvegia e Olanda;
  • Mazara del Vallo, Sicilia: qui arriva il Transmed che collega l'Algeria all'Italia tramite la Tunisia fino al punto di ingresso di Mazara del Vallo. La capacità annua è di oltre 30 miliardi di metri cubi. Ad oggi l'Algeria è il primo paese da cui l'Italia importa gas;
  • Gela, Sicilia: l'altro gasdotto proveniente dal continente africano è il Greenstream che porta il gas dalla Libia. Si tratta del gasdotto sottomarino più lungo del Mar Mediterraneo e ha una portata di 8 miliardi di metri cubi l'anno;
  • Melendugno, Puglia: qui c'è il Tap (Trans Adriatic Pipeline) che trasporta il gas dall'Azerbaigian verso l'Italia e il Nord Europa;
  • Panigaglia, Liguria: Il terminale di Panigaglia, di proprietà di Snam, è il primo impianto di rigassificazione costruito in Italia. Ha una capacità di immettere in rete un massimo di 3,5 miliardi di metri cubi di gas l'anno;
  • Livorno: al largo di Livorno c'è l'Olt, un rigassificatore galleggiante in grado di contribuire con 3,7 miliardi di metri cubi di gas l'anno;
  • Porto Viro, Veneto: al largo della costa di Porto Viro, in provincia di Rovigo, c'è un altro rigassificatore galleggiante offshore, l'Adriatic Lng: garantisce all’Italia rifornimenti di Gnl principalmente dal Qatar ma anche da Egitto, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale e Norvegia. Può arrivare a immettere in rete 4 miliardi di metri cubi di gas l'anno.

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L'andamento delle forniture: da chi compra il gas l'Italia

Le importazioni di gas italiane sono cambiate: come si vede dal grafico, nel corso del 2022 i Paesi fornitori hanno stravolto il loro peso negli approvvigionamenti di gas dell'Italia. Spicca il crollo dei flussi dalla Russia che dal 2022 non è più il paese da cui importiamo più gas.

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Il governo Draghi aveva stretto diversi accordi per sostituire il gas russo, anche in previsione di uno scenario di totale azzeramento dei flussi. I dettagli degli accordi sono stati resi pubblici, ma sull'effettiva portata degli approvvigionamenti e delle tempistiche non c'è stata chiarezza sufficiente. Secondo gli accordi stretti, le nuove forniture di gas in Italia arriveranno da: 

  • Congo: dal 2023 grazie allo sviluppo di un progetto di Gnl (Gas Naturale Liquefatto) dovrebbero arrivare oltre 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno;
  • Egitto: da qui arriveranno 3 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, anche se nel comunicato si legge che riguarderanno "il portafoglio Gnl di Eni destinato all’Europa e all’Italia". Non è chiara la quantità destinata all'Italia;
  • Algeria: agli accordi firmati ad aprile e maggio 2022 dal governo Draghi sono seguiti quelli del governo Meloni. Le forniture attraverso il gasdotto Transmed, che si allaccia alla rete italiana a Mazara del Vallo, sono aumentate, ma non ai livelli previsti

In più, sarà sempre più importante il ruolo del Gnl, il gas naturale liquefatto, già decisivo nell'economia delle forniture italiane grazie ai tre impianti di rigassificazione esistenti. L’Italia vuole puntare su altre due unità di rigassificazione acquistate da Snam, da posizionare in mare di fronte a Piombino e Ravenna. L'impianto di Piombino, controverso e dibattuto dal punto di vista politico, entrerà in funzione intorno alla metà del 2023.

Per il futuro, il governo Meloni punta a diventare il punto di snodo del gas nel Mediterraneo, importandolo dall'Africa per poi smistarlo nel resto d'Europa. I nuovi accordi con Algeria e Libia sono l'inizio di quello che sembra un piano più ampio di investimento sul gas, chiamato Piano Mattei, di cui però sappiamo ancora poco.

Come sono cambiate le importazioni di gas in Italia nel 2022

Gli accordi presi dal governo Draghi e Meloni e le continue diminuzioni dei flussi di gas, a volte azzerati, dalla Russia hanno stravolto il portafoglio dei Paesi che forniscono gas all'Italia. Ora, la Russia non è più il paese da cui arriva più gas. Secondo i dati Snam elaborati da Today, nel 2022 l'Italia ha importato oltre il 61 per cento di gas in meno dalla Russia. Il Paese da cui l'Italia importa più gas è diventato l'Algeria, le cui forniture sono cresciute dell'11 per cento in un anno.

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La crescita del Gnl è evidente. Nel 2022 il gas naturale liquefatto è praticamente raddoppiato rispetto al 2021 e il suo peso nell'economia delle forniture di gas è sempre più decisivo: nel 2022 il Gnl ha costituito il 20,7 per cento del totale delle importazioni di gas e nel 2023 questa quota aumenterà grazie all'apporto del rigassificatore di Piombino. Tuttavia, anche il gas naturale liquefatto potrebbe avere dei problemi di disponibilità, visto il ritorno della Cina sui mercati globali.

Quanto gas importiamo ora dalla Russia

Le forniture di gas russo all'Italia sono crollate. Come si vede dal grafico, c'è una differenza notevole tra i volumi arrivati al punto di ingresso di Tarvisio nel corso del 2022, e la tendenza si sta confermando anche nel 2023: per dare un'idea, siamo passati dagli 1,6 miliardi di metri cubi di gennaio 2022 ai 735 milioni di metri cubi di gennaio 2023. 

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Ora lo scenario più probabile è l'azzeramento totale dei flussi dopo che sono stati ridotti al minimo, con Eni che ha dichiarato l'obiettivo di voler eliminare definitivamente il gas russo entro l'inverno 2024-2025. Ormai i gasdotti che dalla Russia portano il gas in Europa sono fermi o attivi a bassi regimi, come il Nord Stream 1: la principale infrastruttura che trasporta gas dalla Russia verso l'Europa è stata chiusa fino a nuova comunicazione e potrebbe non riaprire. Il 2022 è stato un anno storico per le importazioni di gas dalla Russia in Italia, scese al punto più basso dal 1990. Nel 2021 l'Italia ha importato oltre 29 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, ma questa quantità nel 2022 è scesa a poco meno di 11.

Al momento, la situazione ha permesso di eliminare un'importante arma di ricatto usata da Putin per influenzare il mercato. In più, il crollo delle importazioni di gas ha tolto alla Russia ;un'importante fonte di guadagno per finanziare la guerra in Ucraina. Le entrate di Gazprom dalla vendita di gas all'Italia e all'Europa sono infatti crollate fino a dieci volte meno rispetto all'anno scorso.

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Da dove arriva il gas in Italia nel 2023

Nei primi mesi del 2023 dalla Russia è arrivato poco più dell'8 per cento del gas che importiamo. Per avere un'idea, dall'Algeria è arrivato il 25,6 per cento delle forniture. Il ruolo del Gnl è sempre più cruciale: a gennaio 2023 ha rappresentato più del 23 per cento delle forniture totali.

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A inizio anno il gas dalla Russia sembrava aver ripreso ritmi che non si vedevano da mesi, ma parte dell'aumento dei flussi al punto di ingresso di Tarvisio è dovuto a più gas dal Nord Europa. Per circa otto giorni il rigassificatore di Rovigo, l'Adriatic Lng, ha invece dovuto limitare l'attività a causa del maltempo. In generale, in Italia sta progressivamente arrivando più gas da Algeria, Nord Europa e Azerbaigian, mentre è lievemente diminuito quello dalla Libia. Il Gnl invece è quasi alla sua massima portata ma aumenterà il suo peso grazie all'entrata in funzione del rigassificatore di Piombino.

Lo stoccaggio di gas in Italia: quanto sono pieni gli stoccaggi

L'Italia è in grado di stoccare 12 miliardi di metri cubi di gas, oltre a 4,5 miliardi aggiuntivi che costituiscono la riserva strategica, per un totale di 16,5 miliardi di metri cubi. Gli stoccaggi sono fondamentali nel piano di approvvigionamento energetico nazionale soprattutto in inverno.

Gli stoccaggi di gas in Italia: quanto sono pieni

Ogni anno vi si attinge ma gli stoccaggi bastano a coprire solo il 25 per cento circa del fabbisogno nazionale. L'Italia ha gli stoccaggi pieni per circa il 57 per cento della loro capacità.

Le temperature straordinariamente miti degli ultimi mesi hanno mantenuto bassi i consumi di gas degli italiani che hanno risparmiato diversi miliardi di metri cubi di gas, scongiurando la crisi del sistema. Il consumo di gas in Italia nella parte finale del 2022 è stato infatti di 16,9 miliardi di metri cubi, un risparmio di 5,6 miliardi di metri cubi rispetto ai 22,5 miliardi dello stesso periodo del 2021.

In uno scenario di azzeramento totale del gas russo, usando le altre forniture e sfruttando il gas accumulato negli stoccaggi l'Italia è riuscita a coprire il fabbisogno invernale stimato. Le difficoltà potrebbero però solo essere rinviate alla primavera, quando si dovranno nuovamente riempire gli stoccaggi in previsione dell'inverno 2023-2024.