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Reddito minimo: una raccomandazione Ue lo imporrà ai 27 Stati membri

Lo deciderà il Consiglio europeo

La Commissione Ue si attiva per combattere povertà ed esclusione sociale, e sostenere l’occupazione in Europa e parte col sostenere e sostanzialmente imporre il reddito minimo. L’esecutivo europeo propone che il Consiglio adotti una raccomandazione agli Stati membri, perché rendano più moderni ed efficaci i regimi di reddito minimo, il sussidio che va a colmare il divario tra reddito percepito e il livello di entrate necessario invece per vivere una vita dignitosa.

Lo scopo è raggiungere gli obiettivi sociali dell’Ue al 2030 di ridurre di 15 milioni le persone a rischio di povertà ed esclusione. E per gli Stati, avere il 78% della popolazione tra 20 e 64 anni di età occupato.

“In un momento in cui molte persone stanno lottando per sbarcare il lunario, sarà importante che questo autunno gli Stati membri modernizzino le loro reti di sicurezza sociale con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi”, commenta il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, nella nota sull’iniziativa dell’esecutivo per il reddito minimo

La Commissione europea ha quindi pubblicato la proposta di raccomandazione sul reddito minimo che ora sarà discussa dagli Stati membri in vista dell’adozione da parte del Consiglio. “Sebbene in tutti gli Stati membri esista un reddito minimo, la sua adeguatezza, portata ed efficacia nel sostenere le persone variano in modo significativo”, spiega l’esecutivo europeo che sottolinea come la proposta offra “una guida chiara agli Stati membri su come garantire che i loro regimi di reddito minimo siano efficaci nella lotta alla povertà e nella promozione dell’inclusione attiva nella società e nei mercati del lavoro”.

Come spiega la Commissione europea, il reddito minimo “è un beneficio monetario di ultima istanza per colmare il divario per raggiungere un certo livello di reddito per le famiglie che non dispongono di risorse sufficienti per una vita dignitosa”, accessibile “solo a persone con reddito e risorse insufficienti”. In generale, si tratta di una “rete di sicurezza sociale finanziata con fondi pubblici e che mira a prevenire la povertà e l’esclusione sociale, promuovendo al contempo l’integrazione nel mercato del lavoro per coloro che possono lavorare”.

Il reddito minimo è diverso dal salario minimo o dal reddito di base universale. Il salario minimo è la retribuzione più bassa che i datori di lavoro possono pagare ai propri dipendenti. La proposta della Commissione per una direttiva sui salari minimi adeguati stabilisce un quadro dell’UE per migliorare la protezione del salario minimo in tutta l’Ue. Il reddito di base universale si riferisce ai pagamenti in contanti incondizionati forniti alle persone indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.

La Commissione europea ha chiesto ai Paesi membri di migliorare l’adeguatezza del sostegno al reddito, la copertura e la fruizione del salario minimo, l’accesso a mercati del lavoro inclusivi e ai servizi abilitanti ed essenziali, di promuovere il sostegno individualizzato e di aumentare l’efficacia della governance degli ammortizzatori sociali a livello Ue, nazionale, regionale e locale, nonché i meccanismi di monitoraggio e rendicontazione.

La Commissione raccomanda quindi agli Stati membri di utilizzare una metodologia solida e trasparente per fissare e adeguare il sostegno al reddito a un livello adeguato entro il 2030 in modo coerente con la sostenibilità complessiva delle finanze pubbliche. “Pur salvaguardando gli incentivi al lavoro – sottolineano a Bruxelles –, il sostegno al reddito dovrebbe riflettere gradualmente almeno uno dei seguenti elementi: la soglia nazionale di rischio di povertà, il valore monetario di beni e servizi necessari come alimentazione, alloggio e assistenza sanitaria, secondo le definizioni nazionali, o livelli stabiliti a livello nazionale paragonabili ai primi due”. “L’esecutivo europeo raccomanda inoltre di applicare criteri di ammissibilità trasparenti e non discriminatori per percepire un reddito minimo, rendendo più facile e più accessibile la richiesta di un reddito minimo e più rapide la decisione e il riesame della stessa”, si aggiunge.

Una volta che sarà adottata la raccomandazione, gli Stati membri dovranno riferire alla Commissione ogni tre anni sui progressi compiuti nell’attuazione. La Commissione monitorerà inoltre i progressi nell’attuazione della raccomandazione nel contesto del semestre europeo. “Lo strumento proposto – ha concluso l’esecutivo europeo – offre agli Stati membri un margine di manovra sufficiente per determinare il modo migliore per conseguire gli obiettivi di questa iniziativa, tenendo conto delle loro circostanze specifiche”.

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