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Regno Unito: giù le tasse sui ricchi, via il tetto ai bonus dei banchieri. L’azzardo di Truss per la crescita 

Aveva detto di voler diventare l’erede di Margareth Thatcher e, guardando la nuova manovra fiscale annunciata oggi, la neo Prima Ministra del Regno Unito, Liz Truss, ha mantenuto la parola. Secondo gli osservatori, infatti, la mini-legge finanziaria da 45 miliardi di sterline presentata oggi dal cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, è la più “audace degli ultimi 50 anni”, scrive il Guardian. Audace perché tutta finanziata con nuovo debito che il Governo conta di gestire grazie all’eventuale crescita innescata dai provvedimenti presentati, ma anche perché a beneficiare delle novità in arrivo saranno soprattutto banchieri e super ricchi. L’obiettivo è quello dare una spinta all’economia britannica, affossata dalla Brexit, dall’inflazione e dall’impennata dei prezzi dell’energia. 

Come sta l’economia del Regno Unito

Secondo la Banca d’Inghilterra, che ha alzato i tassi al 2,25% (massimo dal 2008), Londra è già praticamente in recessione, dalla quale potrà uscire (forse) solo alla fine del 2023. Ad agosto l’inflazione si è attestata al 9,9% e, secondo le stime, nei prossimi mesi arriverà al 13,3% per toccare quota 18 per cento nel mese di gennaio 2023.

Il paragone con gli altri Paesi, nonostante le difficoltà condivise, è impietoso. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale – complice anche l’isolazionismo che si è autoimposto con la Brexit che ha acuito le difficoltà innescate da guerra, pandemia e inflazione – il prossimo anno Il Regno Unito registrerà la crescita più bassa tra i Paesi del G7, mentre secondo l’Ocse, nel G20 solo la Russia riuscirà a fare peggio.

L’azzardo di Liz Truss: tagliare le tasse ai ricchi

La misura più controversa tra quelle annunciate oggi è senza dubbio l’eliminazione dell’aliquota del 45%, la più alta, per i redditi superiori a 150mila sterline l’anno. Per i ricchi dunque, l’aliquota massima scenderà al 40%, 5 punti percentuali in meno rispetto ad oggi. Le modifiche all’imposta sul reddito si applicano in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. “Il Tesoro – spiega il Guardian – ha riconosciuto che circa 660mila super ricchi beneficeranno dell’eliminazione dell’aliquota al 45%, risparmiando una media di 10mila sterline l’anno”.

E i normali cittadini? Per loro è previsto un taglio dell’1%, con una riduzione dell’aliquota base che attualmente pesa sui redditi compresi tra 20mila e 60mila sterline, dal 20 al 19%. 

Via il tetto ai bonus dei banchieri

Un altro provvedimento che ha fatto scalpore riguarda l’intenzione annunciata oggi dal cancelliere dello Scacchiere, l’equivalente del nostro ministro delle Finanze, di cancellare il tetto ai bonus dei banchieri introdotto dopo la crisi del 2008-2009. 

“L’economia britannica crescerà solo se cresce il settore finanziario”, ha detto Kwarteng alla Camera dei Comuni, “noi vogliamo che si investa e che si paghino le tasse qui. Non a Parigi, non a Francoforte, e nemmeno a New York”.

Le altre misure

Nella stessa direzione va lo stop all’aumento dell’imposta sulle società, che sarebbe dovuta salire al 23% e invece rimarrà al 19%. Eliminato anche l’aumento dell’1,25% dell’imposta sui salari (o assicurazione nazionale) che era entrato in vigore all’inizio del 2022 e che sarà annullato a partire dal 6 novembre. Via, ma solo a partire dall’aprile del 2023, anche l’incremento delle aliquote dell’imposta sui dividendi, che era stato introdotto insieme all’aumento dell’imposta sui salari.

Previsto inoltre il taglio dell’imposta di bollo che pesa sull’acquisto degli immobili. La soglia a partire dalla quale gli acquirenti di prime case inizieranno a pagare l’imposta di bollo salirà da 300mila a 425mila sterline e sarà incrementato da 500mila a 625mila sterline il valore massimo degli immobili su cui è possibile richiedere le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa. 

Una piccola novità arriverà anche per gli stranieri: chi arriva dall’estero non dovrà più pagare l’Iva sullo shopping. 

Niente coperture e incognita crescita

A far storcere il naso a molti economisti britannici ha contribuito il fatto che il piano presentato oggi non sia stato accompagnato dalla consueta valutatazione indipendente dell’Obr, l’Ufficio per la responsabilità di Bilancio che solitamente passa al vaglio le spese del Tesoro per cercare comprendere le coperture e fornire previsioni sul possibile impatto economico delle misure. “Rispondendo a una domanda sul motivo per il quale non poteva produrre le previsioni dell’Obr, il Tesoro ha affermato che attualmente l’Ufficio non sarebbe stato in grado di pubblicare previsioni complete, ammettendo dunque che non ci sono stime su quanto il piano possa davvero influire sulla crescita del Regno Unito”, spiega il Guardian. Kwarteng ha inoltre aggiunto che, non trattandosi di un Bilancio, il piano non aveva bisogno dei calcoli dell’Obr.

La scommessa di Liz Truss è comunque chiara: finanziare tutto con nuovo debito, contando sul fatto che la crescita economica innescata dal piano aiuterà il Governo a far quadrare i conti. 

La reazione dei mercati finanziari

Dopo l’annuncio del maxi piano di tagli alle tasse, la sterlina perde l’1,6% a 1,107, con un minimo di giornata a quota 1,102, toccando i minimi dal 1985. Il cambio tra euro e sterlina è invece salito fino a 0,8855, valore che non si vedeva da febbraio 2021. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli di Stato decennali britannici hanno registrato la maggiore impennata in un giorno da 13 anni a questa parte, superando il 3,8% e la Borsa di Londra si avvia a chiudere la seduta con un rosso superiore al 2%, al livello più basso da luglio, in una giornata – occorre dirlo – negativa per tutti i mercati europei.