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Richetti attacca i dem: "Ormai troppo a sinistra"

Attacca i dem, "ormai troppo a sinistra", e rilancia il Terzo Polo come nuovo centro di attrazione dei moderati in fuga da Fratelli d'Italia e anche dal Pd stesso. Il capogruppo di Azione-Italia Matteo Richetti così rilancia il tema dei moderati, anche se in Parlamento lo stesso leader Carlo Calenda su alcuni temi invita l'opposizione all'unità. Ma sul discorso politico futuro Richetti ha le idee chiare.

"Nel Partito democratico ormai si discute solo di tessere gonfiate e voti online - dice a Repubblica - ma non c'è traccia di un orizzonte politico riformatore. Quello che è accaduto con la giustizia nella scorsa legislatura, quando hanno sostenuto Bonafede sull'abolizione della prescrizione, era già un segnale netto. Servirebbe un Pd che rincorra l'idea di uno stato liberale e non un partito che continui a sostenere, come ha fatto, interventi diretti in banche come Mps, Alitalia e Ilva. Il Pd ha abdicato a soluzioni riformiste: vediamo una gara a rinnegare il jobs act, mentre preferisce le parole d'ordine che rassicurano ma sono impraticabili in questo tempo, anziché rafforzare garanzie e dare aiuti ai più fragili e agli ultimi. Esattamente la sfida che azione deve portare avant".

Richetti è convinto che la crisi dem e di Forza Italia porterà ad una crescita del Terzo Polo: "Oggi la sofferenza di Forza Italia, arrivata direttamente da Berlusconi sullo scivolamento a destra, porta molti elettorali a guardare a una forza popolare e liberale e a quell'incontro di culture che doveva rappresentare il Pd: e questa area popolare e liberale oggi è rappresentata solo da noi".

Infine il capogruppo di Azione-Italia Viva attacca il governo di Giorgia Meloni sul caso del sottosegretario Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli che hanno rivelato intercettazioni dell'anarchico Alfredo Cospito per attaccare i dem e l'opposizione: "Meloni faccia dimettere Delmastro e Donzelli. Se vuole davvero riconciliare le forze dell'opposizione non può fare un appello sterile a chi ha creato quelle divisioni. Non si può dire che serve unità, e poi accusare l'opposizione di fare l'inchino alle mafie; non si può invocare senso dello Stato e poi un parlamentare divulga con superficialità quelle informazioni riservate. Oggi non si può pensare di avere Donzelli e Delmastro ancora nei loro ruoli".