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Roma, Tiago Pinto saluta Zaniolo: “Delusi da suo atteggiamento”

Il general manager giallorosso ha parlato a fine mercato: "Non sono soddisfatto, la responsabilità è mia"

Il general manager della Roma, Tiago Pinto, ha chiuso il calciomercato giallorosso con la classica conferenza stampa che mette la parola fine alla sessione invernale. Un mercato di riparazione, quello romanista, fortemente condizionato dal ‘caso Zaniolo’ (accasatosi last minute al Galatasaray degli “ex italiani” Icardi, Mertens e Lucas Torreira) che ha di fatto impedito operazioni in entrata capaci garantire acquisti funzionali alle esigenze di Mourinho.  

Delusi da atteggiamento Zaniolo, la Roma viene prima di tutto

Parlando proprio dell’ormai ex romanista, Pinto ha ribadito che “la storia dei club la fanno i giocatori e gli allenatori. Non voglio dire che i nostri problemi sono colpa di Zaniolo”. “Siamo rimasti delusi dal suo atteggiamento, ma la Roma è più grande di tutto e tutti”, ha detto il direttore generale. 

Pinto: “Non sono soddisfatto”

Pinto, senza nascondersi, ha detto di non essere “totalmente soddisfatto del mercato”.  “Pper me ha una importanza del 20-30%. In tutte le altre conferenze ho sempre detto che la squadra era migliorata dopo il mercato, oggi non posso dire lo stesso. Mi fido però dell’allenatore e dei giocatori, siamo nelle condizioni di poter fare bene nella stagione”, ha spiegato il GM giallorosso. 

🟨🟥 LIVE | La conferenza stampa di Tiago Pinto al termine del mercato invernale https://t.co/tPPYSwcJw1

— AS Roma (@OfficialASRoma) February 8, 2023

“Mai abbiamo preso un calciatore senza l’opinione del mister, ma non è vero che Mourinho ha tutti i giocatori che vuole, al momento non possiamo fare questo mercato. Non ho nessuna paura di assumermi tutte le responsabilità per tutti i giocatori che non hanno fatto bene. Noi abbiamo i nostri paletti e cerchiamo di fare un lavoro fatto con lo scouting e con il tecnico”. “Se Zaniolo avesse accettato la proposta del Bournemouth sarebbe arrivato un altro giocatore al suo posto, ma non posso dire chi è. Nel momento in cui un giocatore, amato come lo era lui, prende la decisione di non voler giocare più per la Roma credo che sia stato meglio sistemare le cose come abbiamo fatto”, ha dichiarato poi il dg giallorosso. “Nel mercato di gennaio non si è fatto nulla in Italia, non è un problema della Roma. Ma oggi competere con la Premier League è difficile, perchè anche un club sotto il decimo posto ha più potere economico dei club italiani. Con il lavoro che stiamo facendo però io sono fiducioso per il futuro”, ha detto ancora Pinto.

Si lavora per tenere El Sharaawy e Smalling

Inevitabile è stata la domanda sul futuro di Mourinho, legato alla Roma da un contratto fino al 2024 ma su cui negli ultimi mesi si sono rincorsi diversi i rumors circa un possibile addio anzitempo. “Giocare la Champions e non giocarla sono due cose diverse. Per ora la squadra sta facendo bene, alla fine della stagione faremo i conti. Ma ci sono tante cose che possono cambiare. Non penso abbiano bisogno di più pressioni di questo tipo”, ha spiegato Pinto che ha parlato anche dei rinnovi di El Shaarawy e Smalling: “El Shaarawy sta facendo bene ma sono due situazioni diverse. Smalling ha diritto fino a maggio di decidere cosa fare, con Stephan decidiamo noi. Stanno facendo bene, abbiamo contatti con l’agente di Smalling per continuare insieme, ma penso che tutti capiscono che il mercato sia finito oggi e abbiamo tempo per sistemare le cose”. “L’idea è continuare insieme, vediamo cosa accadrà”, ha concluso.

Più tutela per chi gioca le coppe europee

Pinto ha poi colto l’occasione per mandare un messaggio ai vertici del calcio italiano rei di non tutelare le proprie squadre impegnate nelle competizioni europee. “Non è la prima volta che lo dico, non è una coincidenza che nelle ultime 3-4 stagioni la squadra che ha vinto in campionato è uscita presto dalle coppe europee. Abbiamo tanto lavoro da fare per tutelare le squadre che giocano in Europa, è un tema che va oltre la rosa della Roma”, ha continuato il direttore che ha poi concluso: “In Italia non è semplice giocare tutte queste gare, ci sono 38 partite e spesso le gare infrasettimanali ci portano dei problemi”.

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