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Russia: violente proteste in Daghestan contro la mobilitazione

Continuano le proteste in Russia e gli scontri con i manifestanti. Sono tantissime, ormai, le persone arrestate, per una cifra che si aggira intorno alle 800 persone.

Manifestazioni in Russia
Manifestazioni in Russia – Nanopress.it

Le proteste nella regione del Daghestan non si placano, ma la popolazione non intende fermare le sue proteste.

Russia: continuano le proteste

Non solo scontri armati fra Russia ed Ucraina, ma anche proteste e manifestazioni in piazza. La popolazione non si arrende e continua a manifestare e ad esprimere il proprio dissenso, in particolare contro questa sorta di “arruolamento forzato” da parte della Russia per rispondere all’avanzata ucraina.

Scontri e proteste si sono avuti, in particolare nella regione del Daghestan dove, dopo l’annuncio da parte di Putin di una nuova mobilitazione in Ucraina e, quindi, della necessità di arruolamento di uomini da mandare al fronte, la gente è scesa in piazza.

La polizia ha fermato le manifestazioni arrivando ad arrestare circa 800 persone, secondo anche quando riferisce la BBC. Le proteste, però, non si fermano solo nelle piazze. Scontri si stanno registrando anche all’interno dei cosiddetti centri di reclutamento che si trovano in Siberia.

Qui, un uomo ha sparato un colpo di pistola contro un locale comandante militare. La sua protesta? Rifiutarsi di andare a combattere, come militare russo, in Ucraina. Come lui, anche altre 800 persone, come dicevamo, sono state arrestate. In realtà, secondo alcune fonti, sono più di 2000 le persone che manifestavano che sono state arrestate, la maggior parte di loro, però, è stata già rilasciata.

Manifestante russo arrestato
Manifestante russo arrestato – Nanopress.it

Chi è pro e chi contro ala nuova offensiva

Ma ciò che colpisce e che fa paura allo stesso tempo, è la decisione da parte del Governo russo di impedire a qualunque costo, l’uscita degli uomini arruolabili dal confine russo.

Ma se da un lato c’è il patriarca Kirill che invoglia, con la frase che chi va in guerra a combattere contro l’Ucraina vedrà “lavati i propri peccati” al cospetto di Dio una volta defunti, dall’altro lato ci sono anche i più anziani legislatori della Russia che iniziano ad esprimere una loro personale preoccupazione per come il Governo sta portando avanti l’avanzata in Ucraina e, in particolar modo, per come sta gestendo questa nuova offensiva.

Preoccupazione che si sta estendendo sempre di più in tutta Europa, con il pericolo di una ulteriore escalation militare nelle zone già duramente colpite dal conflitto. Ma c’è, anche, chi denuncia la mancanza dei diritti civili e della libertà (specie degli uomini) a non volersi arruolare e a non andare a morire in guerra.