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Salvini attacca la Cina e Ue per le auto elettriche: “Non mi stupirei di valigette piene di soldi da Pechino a Bruxelles”

UDINE. Matteo Salvini, vicepremier di un Paese del G7, allude a valigette cinesi che potrebbero aver corrotto parlamentari a Bruxelles. Lo dice a Udine, nel giorno della chiusura della campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia. Il leader leghista sente la vittoria in tasca. E’ euforico, e ha voglia di criticare quello che non gli piace dell’Europa. Per esempio, la decisione presa sulle auto elettriche, contro la richiesta italiana di inserire i biocarburanti: «Mi viene il dubbio che, siccome all’Europarlamento hanno trovato qualcuno guarda caso di sinistra che aveva le valigie piene di denaro contante dei paesi islamici, chissà se fra un po’ non ne troveranno anche altre piene di denaro contante che arriva dalla Cina, per votare certe leggi che sono anti-italiane anti-europee e favoriscono solo il gigante Oltreoceano (che in realtà per l’Italia oltreoceano non è, ndr)».
Di fatto Salvini sta ipotizzando una corruzione, come quella presunta che secondo gli inquirenti in Belgio è partita dal Qatar e dal Marocco e ha coinvolto parlamentari europei del Pd. Un dichiarazione che susciterà polemiche, decisamente impegnativa per un vice presidente del Consiglio, capo del secondo partito della coalizione di centrodestra, a sostegno di una tesi critica verso l’Ue: «L’Europa che vuole tutelare l’ambiente non può legarci mani e piedi ai cinesi. Perché l’Europa che vuole imporre le auto elettriche a tutti è una roba priva di senso, che licenzia in Italia e aiuta la Cina».