Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Sanremo 2023, Francesca Fagnani: «Lo Stato dovrebbe essere più sexy dell’illegalità»

Francesca Fagnani ha tenuto il contenuto del suo monologo nascosto fino all'ultimo, lasciando che il pubblico lo scoprisse lì, direttamente sul palco della seconda serata del Festival di Sanremo. A differenza di Chiara Ferragni la sera prima, Fagnani spiega di non voler parlare di sé stessa, ma di chi non ha una voce e lotta per farsi sentire. A parlare sono i ragazzi detenuti all'interno del carcere minorile di Nisida, quello che ha ispirato Mare Fuori per intenderci, la cui voce, proprio grazie all'intervento chirurgico e sentito della conduttrice di Belve, rimbomba durante l'evento televisivo più visto dell'anno. «Queste sono le parole raccolte dai ragazzi del carcere di Nisida senza cercare la nostra pena, perche della nostra pena non se ne fanno niente», chiarisce subito Francesca Fagnani al leggio allestito al centro del palco, raccogliendo stralci di domande e di risposte intercorse tra lei e i ragazzi.

Sanremo 2023 Francesca Fagnani «Lo Stato dovrebbe essere più sexy dellillegalità»

Daniele Venturelli/Getty Images

Il loro desiderio dal palco di Sanremo? «Due o tre biliardini». A cosa servivano loro i soldi per i quali si sono fatti arrestare? «A fare i brillanti». Un ragazzo, spiega la giornalista, le dice: «Sono cresciuto nervoso e arrabbiato, e chi fa le cose per rabbia non ha paura». «Vogliamo che la gente sappia che non siamo animali, bestie, o killer per sempre. Vogliamo che ci conoscano». La riflessione di Francesca Fagnani è amarissima, perché è chiaro che questi ragazzi giovanissimi «hanno lo sguardo perso, gli occhi che chiedono aiuto senza sapere a chi chiederlo». «La scuola li ha abbandonati e nessuno li ha cercati. Gli assistenti sociali o non ci sono o sono troppo pochi», racconta Francesca Fagnani.

Sanremo 2023 Francesca Fagnani «Lo Stato dovrebbe essere più sexy dellillegalità»

Daniele Venturelli/Getty Images

«Quando ho intervistato gli adulti finiti in carcere per reati gravissimi ho chiesto loro cosa cambierebbero, e quasi tutti mi hanno risposto: “sarei andato a scuola”. Perché se nasci in quei quartieri è solo sui banchi di scuola che puoi vedere un’alternativa alla vita che condurresti. Lo Stato dovrebbe combattere la dispersione scolastica, dovrebbe garantire pari opportunità: è una questione di uguaglianza. Lo Stato dovrebbe essere più attraente e sexy dell’illegalità». «Se non ce la fai e torni in carcere, quello vero, degli adulti, lì è davvero finita. In Italia, infatti, la prigione serve a punire il colpevole, non a rieducare. Il giorno passa sul materasso sporco, senza far nulla, dove si cucina nello stesso lavandino su cui poi ci si lava i denti. Lo so, perché l'ho visto», racconta Francesca Fagnani ragionando sulle parole di un importante magistrato che ha detto che un detenuto nelle carceri non deve essere toccato neanche con un dito «perché non deve passare per vittima»: «Se non facciamo in modo che un detenuto esca meglio di come è entrato sarà un fallimento per tutti. Conviene a tutti che quel rapinatore o quel spacciatore, una volta fuori, cambi mestiere».