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Sanremo 2023, Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano: i nostri Avengers

Il classico, si sa, non muore mai. Vale nella moda, ma anche al Festival di Sanremo visto che appena Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano fanno il loro ingresso all'Ariston il tifo è di quelli da stadio, talmente roboante da far pensare che loro tre insieme siano quasi più forti dei Black Eyed Peas e dei Depeche Mode messi insieme. Morandi, Ranieri e Al Bano si conoscono da sempre, si sono sfidati più volte a Canzonissima, ma non si erano mai esibiti tutti insieme, un piccolo grande miracolo che il conduttore e il direttore artistico Amadeus ha regalato al pubblico ansioso di poter cantare sul divano le canzoni che conosce a memoria.

Gianni Morandi Al Bano e Massimo Ranieri alla seconda serata del Festival di Sanremo 2023

Gianni Morandi, Al Bano e Massimo Ranieri alla seconda serata del Festival di Sanremo 2023Daniele Venturelli/Getty Images

Dopo essere entrati in solitaria - Morandi sulle note di In ginocchio da te, Ranieri su quelle di Vent'anni e Al Bano su quelle di Nel sole - le tre leggende, gli Avengers di Sanremo, si riuniscono sul palco cantando, l'uno al fianco dell'altro, un successo dopo l'altro, capaci di unire le generazioni di ieri e di oggi in un grande canto collettivo che parte da Andavo a cento allora sfumando in Se bruciasse la città e in Mattino e continuando ancora con Rose rosse, Scende la pioggia e Felicità. Il tutto incorniciato da un'euforia particolare, dalla voglia di leggerezza che bramiamo un po' tutti e che Sanremo ci ricorda attraverso quei successi intramontabili che sappiamo sopravvivranno a tutto: alle catastrofi, alle apocalissi zombie e a decine e decine di nuove leve che faticheranno non poco per sfiorare quel grado di sacralità stretto tra le mani da Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano.

Massimo Ranieri alla seconda serata del Festival di Sanremo 2023nbsp

Massimo Ranieri alla seconda serata del Festival di Sanremo 2023 Daniele Venturelli/Getty Images

Dopo Perdere l'amore (Ranieri), Uno su mille (Morandi) e È la mia vita (Al Bano) però non è finita qui: insieme alla foto di rito, che Amadeus definisce storica, Amadeus coglie l'occasione per festeggiare in anticipo il compleanno di Al Bano facendo portare sul palco quattro torte targate Knam, ognuna collegata a 20 anni per un totale di 80, come le candeline che Carrisi spegnerà il 20 maggio. Dopo aver festeggiato - è un bene che nessuno sia scaramantico -, il gran finale è all'insegna di una canzone meravigliosa come Il nostro concerto di Umberto Bindi, un'ultima occasione per ascoltare tre voci potentissime che si intrecciano, si danno il cambio e si valorizzano facendoci sentire fortunatissimi per aver assaporato questo momento in diretta. Grazie Amadeus, grazie Sanremo.