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Sanremo 2023: la canzone di Gianluca Grignani su suo padre

Racconta il suo cuore, del papà che lo ha abbandonato quando era piccolo, di un'antica telefonata in cui il genitore gli chiedeva se sarebbe andato al suo funerale. Sul palco di Sanremo, Gianluca Grignani porta Quando ti manca il fiato, una sua storia intima scritta anni fa e riproposta adesso. 

«Ciao papà o addio papà
Questa canzone te la canto adesso
Perché tu sappia che io ti amo lo stesso
E per il resto ognuno giudichi se stesso
Questa è l'unica legge
Che conosco e rispetto
Ti ricordi quando ti dicevo
Che la vita chiede i conti al passato
Proprio quando ti manca il fiato…»

Il racconto del dolore di un figlio cresciuto senza padre e di come questo sentimento si è trasformato nel tempo, anche in virtù dell'essere diventato papà a sua volta. Un tema che tocca nel profondo, che implica un grande lavoro di autoanalisi e che la psicoterapeuta e psicoterapeuta e insegnante di Mindfulness Carolina Traverso ci aiuta a comprendere e decodificare.

«In un bambino l'abbandono di un genitore genera vissuti di inadeguatezza, sfiducia e vergogna che, se non gestiti tempestivamente e in modo adeguato, rischiano di essere portati nell’età adulta e di ostacolare la formazione di relazioni sane», spiega l'esperta. «Esistono, in realtà, due tipi di abbandono: quello emotivo e quello fisico. L’abbandono fisico è la forma più dolorosa e tangibile rispetto all'abbandono emotivo, che è purtroppo molto più frequente di quanto non si creda. Un genitore abbandona emotivamente il figlio quando non si accorge di ciò che prova, non lo legittima, non lo aiuta a elaborarlo. In altre parole: non gli mostra amore, incoraggiamento e sostegno. Ci sono famiglie che offrono tutto sul piano fisico (cibo, vestiti, riparo, cure mediche), ma sono incapaci di accogliere i bisogni emotivi dei più piccoli, o fanno comunque molta fatica».

A volte, l’abbandono emotivo da parte di un genitore è determinato dal fatto che è lui stesso emotivamente provato. «Magari deve occuparsi di una persona malata, o sta attraversando un lutto, oppure ci sono problemi finanziari o altri fattori di stress importanti, che in qualche modo svuotano le sue riserve emotive e il genitore finisce con l’essere, suo malgrado, troppo stanco per occuparsi dei figli», aggiunge Traverso.

«Quando un genitore abbandona un figlio, è possibile che le relazioni famigliari siano caratterizzate da un grado di conflitto elevato e, anche se non sempre, possono esserci problemi di dipendenza e/o di salute mentale», sottolinea. «È possibile che il genitore che abbandona sia stato, a sua volta, abbandonato da bambino e non abbia poi mai imparato l’importanza di sintonizzarsi con le emozioni proprie e altrui. La nostra storia personale, però, non dovrebbe mai trasformarsi in una scusa: diventare adulti vuol dire diventare responsabili di sé stessi, eventualmente rivolgendosi ad uno psicoterapeuta che ci aiuti a farlo nel migliore dei modi».

Attenzione però: «In una società dove la spinta sulla performance può raggiungere livelli parossistici, abbandonare emotivamente è, a volte, chiedere troppo, riversando sui figli aspettative che possono farli sentire sopraffatti, esausti e con l’autostima a pezzi».

Che genere di sentimenti può generare l'abbandono da parte di un genitore quando si è bambini?
«I bambini dipendono dai genitori o, comunque, da chi di loro si prende cura, per la soddisfazione dei loro bisogni fisici ed emotivi. Quando un genitore si rivela inaffidabile o sparisce, il bambino impara che non può contare sulla vicinanza e sul supporto degli altri, e la fiducia nella possibilità di essere amati incondizionatamente si spezza. 
È possibile che un bambino che subisce frequenti abbandoni emotivi o un abbandono fisico da parte di un genitore viva, da adulto, nel costante timore di essere abbandonato, respinto o tradito. Potrebbe scegliere, inconsapevolmente, partner emotivamente poco disponibili, sia perché questo è, in fondo, l’“amore” che ha conosciuto - e con la speranza, stavolta, di dargli un lieto fine che possa riparare la sua autostima danneggiata- sia perché pensa di non meritarsi di meglio. La vergogna e la convinzione di essere sbagliati e non meritevoli di amore sono frequenti nei bambini abbandonati, che interpretano l’assenza o la sparizione del genitore come una loro colpa. Un bambino abbandonato tende a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato, di non essere abbastanza bravo o buono, altrimenti il genitore si sarebbe comportato diversamente. Allora, allo scopo di farsi accettare, inizia a sopprimere la sua parte più autentica: a non mostrare più genuinamente ciò che prova, pensa o gli piace davvero, per timore delle ripercussioni. Non è un caso che alcuni bambini abbandonati diventino adulti iper compiacenti, che assecondano gli altri a scapito dei propri desideri e bisogni più profondi e hanno paura di dire la loro per timore di arrecare dispiacere o di essere un peso. Così come non è un caso
che alcuni diventino perfezionisti, alla ricerca spasmodica di riconoscimenti e traguardi che
possano dimostrare che meritano di essere amati».