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Sanremo 2023: standing ovation per Al Bano, Morandi e Ranieri. Angelo Duro in mutande. Le classifiche

Gianni Morandi, Francesca Fagnani, Amadeus (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

SANREMO – Ecco la classifica della seconda serata di Sanremo 2023: Colapesce Dimartino guidano la classifica provvisoria della seconda serata. Seguono: Madame, Tananai, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Paola e Chiara, Levante, Articolo 31, Modà, Lda, Will, Shari, Sethu. Quindi la classifica generale al termine delle prime due serate, con i voti della sola sala stampa, vede al comando Marco Mengoni, davanti a Colapesce e Dimartino e Madame. Domani voteranno la giuria demoscopica e il televoto. Questa la classifica completa:1. Marco Mengoni2. Colapesce e Dimartino3. Madame4. Tananai5. Elodie6. Coma_Cose7. Lazza8. Giorgia9. Rosa Chemical10. Ultimo11. Leo Gassmann12. Mara Sattei13. Colla Zio14. Paola e Chiara15. Cugini di Campagna16. Levante17. Mr Rain18. Articolo 3119. Gianluca Grignani20. Ariete21. Modà 22. Gianmaria, 23. Olly24. LDA25. Will26. Anna Oxa27. Shari28. Sethu 

E ripercorriamo la seconda serata. Il festival democratico e transgenerazionale di Amadeus celebra un pezzo di storia della musica, riunendo insieme per la prima volta Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano. Sul palco trovano cittadinanza i diritti negati in Iran, con la testimonianza dell’attivista Pegah Moshir Pour, e nelle carceri minorili, con il monologo di Francesca Fagnani, che critica – senza citarlo – il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.  “Io trasgredisco, non ho tatuaggi e dico ca…te da sobrio perché sono astemio. E le sparo comunque”, lo dice il comico Angelo Duro, ospite della seconda serata del festival di Sanremo che poi resta in mutande per dimostrare che non ha tatuaggi.

Ma a dare la scossa è Fedez, con un freestyle dal palco della Costa Smeralda in cui attacca tra l’altro il viceministro ai Trasporti Bignami e la ministra per la Famiglia Roccella. “Il testo non era stato annunciato allo staff Rai, me ne assumo tutta le responsabilità”, precisa il rapper. Nel pezzo, scritto da Salmo, Fedez parte dal caso Rosa Chemical, “forse è meglio il viceministro vestito da Hitler”, dice strappando la foto di Galeazzo Bignami.

“Purtroppo l’aborto è un diritto sì, ma non l’ho detto io l’ha detto un ministro”, affonda contro Roccella. “A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guardo come mi diverto”. C’è anche un riferimento alla sua malattia e alla morte di Gianluca Vialli: “Ho avuto il cancro e come un vero duro sono andato in tele e ho pianto, se penso a chi mi ha dato la forza guardo in alto il ricordo di Gianluca che porto su questo palco”. 

Amadeus aziendalista, fiero dell’appartenenza Rai, comincia così la seconda serata di Sanremo 2023: “Questo applauso è come se non si fosse interrotto mai da ieri sera: picchi di 16 milioni di spettatori, è un suono meraviglioso. Abbiamo vissuto un momento storico, siamo stati inondati da un affetto continuo, immenso, indescrivibile. Voglio condividere questo successo con tutta la nostra squadra, ogni donna e uomo di questa azienda che è la Rai, tecnici, maestranze, dirigenti, l’amministratore delegato, la presidente, i consiglieri di amministrazione ma anche chi corre con un cavo in mano o una chitarra da amplificare. Siamo orgogliosi di far parte della Rai, Sanremo è un grande orgoglio Rai”.

Poi arriva Gianni Morandi che entra con una scopa in mano. “Mi dà sicurezza tenerla con me. Non si sa mai, qualunque cosa succeda. E poi c’è ancora qualche petalo”, ha ironizzato il cantante riferendosi alla devastazione del palco ad opera di Blanco la prima sera del festival. “Tutto succede su questo palco. E arriva a casa, quindi va coccolato, tenuto pulito”, ha detto ancora Morandi prima di intonare Grazie dei Fiori, primo brano a vincere il festival.

Sul palco dell’Ariston Francesco Arca, vicequestore in forza alla mobile di Napoli nella nuova serie Resta con me, in arrivo su Rai1 dal 19 febbraio.

“Vengo in pace, stai sereno”, sorride Francesca Fagnani, al suo debutto sul palco dell’Ariston, tranquillizzando Amadeus che teme il suo piglio da intervistatrice di ‘Belve’. Elegante nell’abito lungo Armani Privé, scollatura profonda e intarsi di perline, confessa di essere “emozionatissima. Infatti ho fatto un paio di chiamate a persone che possono capirmi, Ciuri, cintura nera di ansia, che mi ha detto di farmi mezzo bicchiere di frizzantino. Sul tema scala mi sono rivolta a Drusilla, e lei mi ha detto che la nonna diceva sempre che una donna che guarda i gradini non è degna, e io li ho guardati tutti”.

Sono un pezzo di storia della musica italiana, ma non si erano mai esibiti insieme: Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano mandano in delirio il pubblico dell’Ariston. Morandi parte dalla galleria, Ranieri dalla platea, Al Bano dalle scale, poi si riuniscono sul palco: Andavo a cento all’ora, Se bruciasse la città, Mattino, Rose rosse, Scende la pioggia, Felicità, è una sfida tra hit, acuti e cori del pubblico. A Perdere l’amore, cantata con Ranieri da tutto il teatro, fa eco Morandi che emoziona con Uno su mille. Chiude Al Bano con E’ la mia vita.

Sul palco di Sanremo torte per gli 80 anni di Albano: ognuna con le candeline 20 anni. Il 18 maggio il cantante festeggerà il compleanno con un evento all’Arena di Verona, che sarà poi trasmesso in tv, e al quale invita anche Gianni Morandi e Massimo Ranieri. I tre si abbracciano per una foto storica e Morandi invita il boomer Amadeus a fare una foto da postare sui social. Finale da incorniciare con Il mio concerto e ultima standing ovation, prima che Al Bano faccia le flessioni sul palco che ha segnato la sua carriera, la sua fama, la sua rinascita.

A Sanremo irrompono i diritti negati in Iran, grazie alla testimonianza di forte impatto della consulente e attivista Pegah, italiana di origini iraniane, “nata con i racconti del Libro dei Re, cresciuta con i versi della Divina Commedia”. “In Iran – spiega Pegah – non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa, è per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione crescita sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell’umanità”.

Con Pegah e Drusilla sul palco i diritti negati in Iran. A Sanremo irrompono i diritti negati in Iran, grazie alla testimonianza di forte impatto della consulente e attivista Pegah, italiana di origini iraniane

Balla il pubblico, ballano gli orchestrali: tutti in piedi per i Black Eyed Peas che trasformano l’Ariston in una discoteca. Il gruppo hitmaker vincitore di 6 Grammy, con 35 milioni di album e 120 milioni di singoli venduti in quasi 30 anni di carriera, con un medley dei loro successi Mamacita, Don’t you worry, I gotta feeling. “L’Italia è bellissima e le persone sono magnifiche. Ringraziamo l’Italia per suonare la nostra musica e per averci voluto qui stasera”. La band ha mandato anche un ringraziamento a “zio” Tony Renis prima di intonare il loro ultimo singolo Simply the best.

“Non tutte le parole sono uguali, per arrivare su questo palco ci sono parole che devono abbattere muri, pareti, grate e cancelli chiusi a tripla mandata”. Il monologo di Francesca Fagnani a Sanremo è stato scritto con i ragazzi del carcere minorile di Nisida, “che scontano la loro pena senza cercare la nostra pena, perché non se ne fanno niente”. “Non siamo animali, non siamo bestie, né killer per sempre, vogliamo che ci conoscano”, sono le loro parole raccolte dalla giornalista. “Hanno picchiato, rapinato ucciso, ma se si chiede loro perché, non trovano la risposta che vorrebbero avere, la cercano, la abbozzano, ma non esce perché è inutile cercarla così, bisogna andare al giorno, al mese, alla vita prima. Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia e vuoto, hanno 18 anni e lo sguardo perso o sfidante, chiedono aiuto senza sapere quale. La scuola l’hanno abbandonata, ma nessuno li ha mai cercati, non la preside né gli assistenti sociali, né le madri o i padri che quando c’erano non ce l’hanno fatta”.

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