Dire quanto si guadagna è da sempre un tabù ma oggi alcune aziende tendono a rendere più trasparenti i salari dei propri dipendenti. Ma conviene?
Sapete quanto guadagna il vostro collega? Vi piacerebbe saperlo? Sarebbe un’informazione che vi servirebbe? La Anderson Review ha parlato approfonditamente di questa nuova abitudine di divulgare i salari e si citano aziende che usano la trasparenza retributiva come nota di merito: «Nessun segreto qui». D’altro canto, su Business Insider, era stato pubblicato uno studio secondo cui molte persone sarebbero disposte a pagare pur di non far sapere agli altri quanto guadagnano.
Perché comunque non è detto che uguale mansione, uguale anzianità, uguale qualifica equivalgano necessariamente a uguale stipendio.
La nostra legge stabilisce che gli stipendi dei lavoratori dipendenti siano determinati dai contratti collettivi nazionali stipulati tra le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e quelle dei datori. Si fissano così le retribuzioni minime, sotto le quali l’azienda non può mai scendere, ma non si fissano i salari massimi. Ovvero, detta in altri termini, il datore di lavoro è libero di riconoscere a uno o più dipendenti uno stipendio superiore rispetto a quello previsto dall’accordo e comunque non c’è l’obbligo di riconoscere lo stesso beneficio agli altri lavoratori.
Per cui non esiste alcun principio di pari trattamento tra i lavoratori ed il datore resta libero di retribuire di più un lavoratore rispetto a un altro.
Vero è che la giurisprudenza ha però anche stabilito che eventuali trattamenti differenziati non possono implicare delle discriminazioni e devono comunque trovare giustificazione in ragioni oggettive.
In generale, comunque, stando a un articolo pubblicato sull’Harvard Business Review, la maggior parte delle persone sottostima in maniera significativa quanto guadagna il proprio capo e quando viene rivelata la cifra, gli altri dipendenti sono poi inclini a lavorare di più. Se invece scoprono che un collega con un ruolo simile guadagna di più, sono poi inclini a fare meno e a rallentare con la produzione. Comprensibile?
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