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Schlein ammette la «sconfitta netta». Per il suo Pd il nodo del voto moderato

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’analisi

Alleanze al palo e nodo del profilo politico, per i riformisti dem troppo spostato a sinistra. Meloni soddisfatta guarda già alle europee: continua la luna di miele con il Paese

di Emilia Patta

29 maggio 2023

Ballottaggi, Schlein: è una sconfitta netta, c'è vento di destra

«Una sconfitta netta». Alla fine di una interminabile segreteria del Pd, mentre mano a mano arrivano i risultati dei ballottaggi da tutta Italia, Elly Schlein non usa giri di parole. Perché se queste comunali dovevano essere il primo confronto-scontro tra le due leadership femminili della politica italiana, la premier Giorgia Meloni e appunto la neo segretaria del Pd, il verdetto è netto: la sconfitta è tutta della seconda. I ballottaggi nelle grandi città, combattuti ancora una volta a mani nude dai dem vista l’assenza di accordi e financo di endorsement da parte del M5s di Giuseppe Conte, sono infatti una vera e propria debacle: brucia in particolare la perdita di una roccaforte rossa come Ancona. Ma l’emblema della sconfitta è forse in Toscana, dove i candidati dem non riescono a vincere né a Pisa, dove il presidente delle Acli provinciali Paolo Martinelli era appoggiato dal M5s, né a Siena o Massa. Un trend confermato anche dal primo turno nelle Isole, con la netta vittoria al primo turno del centrodestra in città siciliane come Catania e Ragusa.

Uno slogan poco fortunato

Eppure «basta perdere» era lo slogan con cui lo schleiniano Emiliano Fossi aveva conquistato la segreteria regionale in Toscana. Uno slogan poco fortunato, visti i risultati nelle città capoluogo di provincia delle sua regione e visti anche i risultati nella stessa città di Fossi, Campo Bisenzio, 50mila abitanti, un comune alle porte di Firenze da sempre amministrato dal Pd: il vincitore è a sorpresa Andrea Tagliaferri, uomo della Sinistra di Nicola Fratoianni in alleanza con il M5s. «Una riprova che l’originale ha sempre la meglio sulla copia» per i riformisti dem. I quali, c’è da scommettere, daranno battaglia nelle prossime settimane mettendo sotto accusa lo spostamento dell’asse del partito a sinistra.

Il caso Pisa

«Certo è - commenta a caldo un dirigente di Base riformista - che se ti chiudi nel perimetro della sinistra rischi che il centro se lo mangia la destra». Esattamente quello che è accaduto a Pisa, dove il candidato “pacifista” scelto da Pd e M5s non ha convinto per niente i centristi del Terzo Polo: secondo l’analisi dei flussi dell’Istituto Cattaneo molti elettori di Azione e Italia Viva al primo turno hanno votato direttamente il sindaco del centrodestra Michele Conti.

La vittoria a Vicenza

Né consola troppo la neo segretaria dem la vittoria - solitaria e proprio per questo eccezionale - del 33enne Giacomo Possamai a Vicenza, strappata al centrodestra: una candidatura tutta civica, appoggiata anche dal Terzo polo, che ha funzionato anche perché il giovane neosindaco non ha mai voluto Schlein e altri dirigenti nazionali sul palco dei suoi comizi. Una vittoria più “nonostante” che “con”.

Luna di miele già finita?

La luna di miele degli elettori del centrosinistra con Schlein è già finita a tre mesi dalle primarie dem? Presto per dirlo, e va comunque sottolineato che il Pd resta il primo partito nella maggior parte delle grandi città andate al voto. Ma se il Pd gode ancora di una discreta salute nei territori e stando ai sondaggi anche nel Paese (è attorno al 21% quando nella lunga transizione precongressuale aveva toccato il 16%), il vero problema di Schlein è e sarà quello delle alleanze. Almeno fino alle europee del 2024 il leader pentastellato Giuseppe Conte si comporterà più come un avversario che come un possibile alleato, visto che mira a pescare nello stesso bacino elettorale del Pd schlieniano e in più a raccogliere i voti di quel mondi di sinistra variamente “pacifista” e contrario all’invio di armi all’Ucraina. Quanto al Terzo polo, l’alleanza con il Pd appare possibile solo dove non c’è il M5s. Le tre opposizioni, che sommate assieme ancora oggi sarebbero a livello nazionale la maggioranza relativa del Paese, sono di fatto tra loro impermeabili. «Da soli non si vince -ammette Schlein -. Dobbiamo ricostruire un campo alternativo e credibile alla destra».