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Sci, riparte la stagione sulle Alpi con rincari del 15 %. Per il ponte dell'Immacolata riapre anche la Marmolada

È iniziata la stagione dello sci, con tutte le principali stazioni turistiche dell'arco alpino aperte, almeno parzialmente. C'è chi ha messo in moto gli impianti già il 26 novembre, in vista della “prova del fuoco” che sarà il ponte di Sant'Ambrogio, dall'8 all'11 dicembre, giornate in cui si capirà davvero il trend. Riaprirà a Sant'Ambrogio anche la Marmolada, in inverno terra di sci: il via libera alla società impiantistica, dopo la tragedia del 3 luglio scorso che aveva portato alla chiusura del ghiacciaio, è arrivato dalla Provincia di Trento solo pochi giorni fa. Campiglio, come già fatto negli anni scorsi, per soddisfare gli amanti degli sci corti ha tentato lo “sprint”, sperando in un'apertura sul Grosté già il 19 novembre, ma le temperature miti e l'assenza di precipitazioni hanno impedito l'anticipo.

Al via per ora solo i grandi comprensori

La neve è arrivata, una notizia certamente buona per l'industria invernale, che deve comunque fare i conti con il pesante rincaro dell'energia, necessaria per far girare gli impianti ma soprattutto per produrre la neve artificiale: un bisogno, quest'ultimo, che quest'anno fa a cazzotti anche con una siccità che dura da mesi.

I rincari non potevano non avere ricadute, non solo sui prezzi degli skipass ma sull'intera filiera turistica. Tutte i grandi caroselli turistici, dotati di spalle larghe, hanno garantito un'apertura puntuale degli impianti, ma ci sono medio-piccoli comprensori (come la Panarotta, in Trentino) che hanno deciso di non aprire oppure di attendere la neve naturale, soprattutto dove ci sono realtà prive di invasi artificiali per l'accumulo di acqua, necessaria per far funzionare i cannoni.

Vola il costo degli skipass

L'impatto più evidente dell'aumento dei costi è sugli skipass, che in generale – secondo i dati forniti da Assoutenti – sono aumentati in Italia in media dal 10 al 13%. Prendendo come riferimento lo skipass giornaliero, nel carosello Dolomiti Superski, il più grande d'Europa, è passato dai 67 del 2021 ai 74 di quest'anno, con un rincaro del 10,4%. In termini percentuali più contenuto l'aumento a Campiglio, dove si è passati da 64 a 69 euro. Aumento a due cifre invece a Bormio, dove il giornaliero costa 52 euro, 6 in più di dodici mesi fa. 4 euro in più nel comprensorio di Cervinia, da 53 a 57, mentre a Corno alle Scale (gli impianti qui apriranno a Sant'Ambrogio) lo skipass è rincarato di 1 solo euro (da 26 a 27). Se parliamo di stagionali, Dolomiti Superski è passato da 870 a 890 euro (ma da Natale in poi costerà 950, contro i 930 dello scorso anno). A Livigno, invece, si è passati da 787 a 825 euro. Lo stagionale Valle d'Aosta, che consente di sciare anche in Piemonte e Francia, costa 1.286 euro, mentre nel 2021 lo si poteva acquistare con 1.180.

Aumento del 15 % nella spesa media di una settimana bianca

Gli effetti dei rincari energetici si sentiranno, e non poco, anche sulla settimana bianca: secondo i calcoli di Assoutenti, la spesa media subirà aumenti che vanno dal 15 al 18%, con una spesa media pro capite tra i 1.400 e i 1.600 euro. A Campiglio, per una stanza d'albergo, non si spenderà meno di 586 euro, ma si potranno sfiorare i 10mila (9.900 per la precisione). A Cortina il prezzo più “basso” per la settimana bianca è di 2.200 euro, ma si arriverà fino a 14.700. Da 1.600 euro a 6.800 euro a Ortisei, in val Gardena, mentre a Courmayeur la spesa parte da un minimo di 1.750 euro circa a un massimo di 9.871 euro. Prezzi altissimi anche a Livigno: tra 1.650 euro e 15.500 euro per un soggiorno di 7 notti in alta stagione.