Per tre mesi, dallo scorso mese di settembre, i 70mila supplenti previsti per consentire alle scuole di sdoppiare le classi e mantenere il distanziamento fisico tra gli alunni non sono stati pagati. La storia è abbastanza tormentata. I fondi previsti, un miliardo circa, sono stati distribuiti dapprima agli uffici scolastici regionali e poi, dopo un monitoraggio sulle esigenze dei diversi istituti, alle scuole che avrebbero dovuto stipulare i contratti. Ma ad ottobre si verifica un intoppo. “È emerso – spiega la Cisl scuola – che l'elaborazione del cedolino prodotto da NoiPA supera di circa 150 euro gli importi indicati nella tabella allegata al decreto interministeriale”. Un errore che ha mandato in tilt l’intero sistema dei pagamenti e ha bloccato tutto in attesa di chiarimenti, arrivati da pochi giorni.
Secondo la Flc Cgil, “è positivo che il ministero stia facendo tutti gli sforzi per accelerare i tempi della liquidazione degli emolumenti. Purtroppo, va sottolineata come, ancora una volta, i ritardi del ministero dell’istruzione e di quello dell’Economia (tre mesi) ricadano sulle scuole, costrette a lavorare di sabato e domenica per garantire il pagamento degli stipendi ai supplenti”. Nella nota di tre giorni fa si legge infatti che “considerati i tempi contingentati, al fine di favorire l’autorizzazione dei ratei, l’applicazione “Gestione Contratti” rimarrà ininterrottamente aperta, anche nelle giornate di sabato e di domenica”. “Un rimpallo di responsabilità tra ministeri – commentano dalla Uil scuola – che di fatto ha portato ad una situazione di stallo che ha lasciato per mesi migliaia di supplenti senza stipendio”.Salvo Intravaia