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Secondo Anffas "i nuovi criteri per le rette non sono completi", l'assessora Segnana: "Dalla Provincia massima attenzione ai bisogni delle persone disabili"

Sono stati recentemente deliberati i nuovi criteri a livello provinciale per determinare il costo dei servizi socioassistenziali destinati alle persone con disabilità intellettiva. Criteri che Anffas Trentino, attraverso il suo presidente, aveva fatto sapere non ritenere 'completi'. Stamani, l'assessora Segnana ha incontrato Luciano Enderle per fare chiarezza 

TRENTO. Sono stati recentemente deliberati i nuovi criteri della Giunta provinciale per determinare il costo dei servizi socioassistenziali, a carattere semiresidenziale e residenziale, destinati alle persone con disabilità intellettiva. Criteri che Anffas Trentino, attraverso il presidente Luciano Enderle, aveva fatto sapere non ritenere 'completi'. Stamani, si è tuttavia tenuto un incontro con l'assessora provinciale alle politiche sociali e alla salute Stefania Segnana, che ha risposto alle 'perplessità'.

L'associazione, se da un lato aveva espresso soddisfazione per aver previsto la determinazione degli importi delle nuove rette sulla base della gravità della persona presa in carico attraverso l’uso delle scale Sis, aveva evidenziato dall'altra che sono completamente assenti ben due parametri di valutazione, che non dovrebbero mancare: l'assistenza sanitaria e la qualità di vita garantita.

Insieme al dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Giancarlo Ruscitti, al dirigente dell'Umse Disabilita' ed integrazione socio sanitaria Roberto Palanch ed alla dirigente del Servizio Politiche Sociali Federica Sartori, l'assessora Segnana ha così incontrato stamattina (23 marzo) il presidente di Anfass Luciano Anderle e la vicepresidente Mariella Bonzanini.

L'incontro ha avuto come obiettivo principale quello di chiarire nuovamente l'approccio e i contenuti del documento elaborato a livello provinciale sul tema dei servizi socioassistenziali per le persone con disabilità, alla luce nella nota diffusa da Anfass la scorsa settimana (QUI ARTICOLO). Un documento frutto di un lavoro condotto dall'amministrazione provinciale per circa un anno insieme alle Università di Trento e di Venezia Ca Foscari e alla Fondazione De Marchi, come sottolineato in mattinata, e che è stato approvato sia dal Comitato per la programmazione sociale che dal Consiglio delle autonomie locali.

L'obiettivo di questo lavoro capillare, realizzato per la prima volta in Trentino con la collaborazione degli enti territoriali e delle comunità di valle, è acquisire elementi conoscitivi più ampi sulla situazione del territorio, al fine di ottimizzare i servizi rivolti ai disabili e alle loro famiglie, garantendo uniformità di prestazioni e dando risposte ancora più efficaci alle esigenze manifestate dalle diverse organizzazioni del terzo settore. 
 

Durante l'incontro Segnana ha tenuto a chiarire inoltre che sul piano delle risorse finanziarie non vi sarà alcuna contrazione, che il modello proposto per la determinazione del costo dei servizi prevede specifici incrementi di retta, riconosciuti ai soggetti accreditati, per l’accoglienza di persone con bisogni di tipo sanitario, e differenti modalità di presa in carico e personalizzazione degli interventi a favore delle persone con maggiori e più complessi bisogni di natura comportamentale.

In sostanza il costo del servizio, definito secondo la scheda Sis, validata scientificamente e da tempo in uso presso realtà come Anfass, non è determinato in base all'ente gestore del servizio, ma dai profili di gravità e di conseguente bisogno di supporto manifestati dalle persone con disabilità prese in carico dai servizi: "Un processo che mette al centro i bisogni di ogni singolo utente, e che tutti gli attori coinvolti devono continuare a portare avanti assieme".