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Sharon Stone al Red Sea International Film Festival 2022: «La fama ha distrutto la mia vita»

Il momento in cui Sharon Stone ha capito che la sua vita sarebbe cambiata per sempre è stato dopo la première di Basic Instinct, il film di Paul Verhoeven che da quel momento in avanti avrebbe segnato la sua carriera nel bene e nel male. «Quel film mi ha trasformata in una star. Una volta uscita da quella proiezione ero una persona diversa: da quel momento in poi dovevo avere un bodyguard e stare attenta a non farmi riconoscere per paura di essere circondata dalla gente. Questo è stato il mio battesimo con la fama: veloce e intenso», ha raccontato Stone in un'intervista-fiume durante un incontro privato al Red Sea International Film Festival, il festival di cinema di base a Jeddah, in Arabia Saudita, organizzato da Jomana Alrashid e Mohammed Al Turki e giunto alla seconda edizione. «Per circa un mese la gente mi circondava ovunque andassi, anche ferma in macchina al semaforo», ha continuato Sharon Stone spiegando di aver sviluppato, nei primi anni del boom, un principio di agorafobia che ha imparato a gestire con il tempo. «Nessuno è pronto a essere famoso, nessuno capisce cosa si prova quando la folla grida il tuo nome», ha detto l'attrice spiegando che, all'inizio, farsi largo in un'industria come quella di Hollywood, dove gli uomini sono sempre stati più pagati delle donne, è stata una delle cose più difficili e dolorose della sua vita. 

Sharon Stone al Red Sea International Film Festival 2022 «La fama ha distrutto la mia vita»

Daniele Venturelli/Getty Images

Il rischio di diventare famosa grazie a un personaggio e affascinante come la psicologa Catherine Tramell, protagonista assoluta di Basic Instinct, è stato che, da quel momento in avanti, molti vedevano Sharon Stone come la prolunga della donna cui ha prestato il volto sullo schermo: «Per molti dovevo essere come il mio personaggio: dovevo essere volgare, dovevo uccidere le persone e mostrare la mia vagina al supermercato. È stato un grande trauma della mia vita. A un certo punto ho perso la custodia del mio bambino perché il giudice era convinto che stessi girando dei film erotici», ha raccontato Stone. «La fama ha distrutto la mia vita personale e i miei diritti, ha distrutto il modo in cui le persone pensavano a me come essere umano», ha ribadito riportando alla memoria un episodio in particolare. «Quando sono stata nominata al Golden Globe e hanno pronunciato il mio nome, le persone nella stanza hanno riso di me. Le stesse persone che, 20 anni dopo, mi avrebbero applaudito per la mia battaglia per i diritti delle donne», ha sottolineato Sharon Stone, attualmente portavoce dell'amfAR, la fondazione per la ricerca sull'AIDS. Ruolo per il quale, ha detto Stone, non ha lavorato per più di otto anni. «Sono stata chiamata dagli studios per dirmi che, se avessi pronunciato la parola preservativo, tutti i finanziamenti sarebbero stati ritirati. Sono stata minacciata, e più succedeva e più pensavo di dover restare fedele alla causa». 

Sharon Stone al Red Sea International Film Festival 2022 «La fama ha distrutto la mia vita»

Daniele Venturelli/Getty Images

Insieme alla lotta contro l'AIDS, l'altro tema che ha sempre acceso Sharon Stone è stata la battaglia per i diritti delle donne. «Dio non ha creato nessuno per essere al servizio di qualcun altro. Le donne non sono qui per servire gli uomini, così come gli uomini non sono qui per servire le donne. Se non serviamo allo stesso modo, stiamo mancando di rispetto al nostro creatore. Siamo qui per essere al servizio del bene comune. Siamo qui per servire l'umanità, non la crudeltà, la mancanza di rispetto e la scortesia», sono state le parole di Sharon Stone, accolte da un applauso fragoroso al VOX Cinema del Red Sea International Film Festival. «Ho vissuto e lavorato in molti Paesi del mondo. Ho visto il meglio della vita e il peggio della vita. Anche nella peggiore zona di guerra ho cercato di vedere il meglio, e questo succede quando non abbiamo paura di essere il nostro io migliore». Nel corso dell'intervista, però, Stone ha anche parlato del suo intimo rapporto con la spiritualità, riferendosi in modo particolare di cosa a quanto successo nel 2001, quando un ictus la stava per strappare da questa Terra visto che aveva solo l'1% di probabilità di sopravvivere. «È stato un miracolo. Sento gli spiriti, in particolare quando dipingo, un'attività che ho riscoperto durante il Covid. Per alcuni vedermi parlare da sola può significare che sono pazza, ma è una cosa che sento dentro di me e fa bene al mio cuore».