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Si sfoga su TikTok per i compiti al figlio, associazione dei prof la querela. Lei: "Notizie inventate"

Si sfoga su TikTok per i compiti al figlio, associazione dei prof la querela. Lei: "Non è vero"

Il caso

L'azione legale è stata annunciata dal gruppo 'ProfessioneInsegnante' per gli insulti rivolti a "un'intera categoria". La diretta interessata se la prende con la stampa: "Trattata come una delinquente, ora denuncio"

L'associazione ProfessioneInsegnante - community che conta oltre 36mila follower su facebook - ha annunciato di aver sporto querela nei confronti della mamma che in un video pubblicato su TikTok si sfogava per i troppi compiti al figlio. Nel filmato, diventato subito virale, la donna apostrofava gli insegnanti con epiteti a dir poco coloriti. "Avete rotto. Fate schifo", urlava la donna tra una parolaccia e l'altra. E poi: "Io vorrei sapere da questi maestri se è normale che mio figlio si sveglia alle 6.30 del mattino e si ritrova al pomeriggio con 3, 4 compiti da dovere fare senza potere fare sport, un ca*** di niente". "Non mi interessa - diceva ancora nel video - se avete classi da venti alunni, dovete occuparvene voi. Collaborazione scuola-famiglia? Questa è? Fate schifo. Pochi sono quelli che si salvano, avete rotto".

Offese "inaccettabili" per Salvo Amato, uno dei promotori del gruppo ProfessioneInsegnante, che già un paio di settimane fa aveva annunciato di valutare un'azione legale per gli insulti rivolti "all'intera categoria". "Mi chiedo cosa sarebbe successo" si legge nel post, "se questa mamma avesse fatto la stessa cosa ad esempio nei confronti di un carabiniere, poliziotto, funzionario dello Stato". L'associazione chiama in ballo l'articolo 342 del codice penale che, dice Amato, norma "adeguatamente l’offesa ad una intera categoria a mezzo stampa o altro strumento pubblicitario" prevedendo (citiamo dalla legge) una multa da mille a cinquemila euro per chiunque offenda "l'onore o il prestigio di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o di una rappresentanza di esso, o di una pubblica Autorità costituita in collegio". Alla fine, dopo un sondaggio fra i soci della comunità, l'associazione ha deciso di passare alle vie di fatto.

Il post dell'associazione

La replica della mamma: "Notizie inventate dai giornalai, vi denuncio"

La replica della diretta interessata, molto attiva sui social, non è tardata ad arrivare. Già prima dell'annuncio della querela la donna aveva sottolineato che il suo era stato solo "uno sfogo di una donna stanca che vede il figlio che non ce la fa. Quello che provo io viene provato anche da tante altre persone. Ho avuto una crisi e l'ho condivisa, non mi sarei mai aspettata questo vortice mediatico".

Ieri, in un altro video, la mamma se l'è presa con la stampa, rea a suo dire di diffondere fake news. "Desidero sapere chi sono questi giornalai che scrivono articoli inventati da bravissimi incompetenti, non so sa dove abbiano preso queste notizie sul mio conto. Io non sono stata querelata" ha chiarito la donna. "Domani vado in questura, intanto vi denuncio, mi sono rotta i co***oni e vi denuncio. Non potete scrivere notizie farlocche come se io fossi una delinquente, ma come siete abituati? Sto provando sulla mia pelle cosa vuol dire valanga mediatica, altre persone si toglierebbero la vita e a questo io non vi ci faccio arrivare". La donna ha quindi chiesto ai suoi follower di fare uno screenshot dei commenti offensivi che le vengono rivolti sotto gli articoli delle varie testate giornalistiche.

In un altro filmato, pubblicato poche ore dopo, ha commentato così il post di un utente che si augurava una multa e una condanna penale: "Quando vi danno fastidio le personalità forti, le donne con le palle, le persone libere di esprimersi come vogliono".

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