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Smemoranda in crisi, licenzia 130 dipendenti e vende Zelig a Mediaset

Aziende in difficoltà

La holding del gruppo attivo nei settori cartoleria, accessori, media e intrattenimento (in difficoltà finanziaria) ha ceduto lo storico marchio Zelig a RTI del gruppo Mediaset

Tempi duri per Smemoranda Group spa, azienda famosa per le sue agende ma anche per il marchio Zelig, sinonimo di spettacolo e intrattenimento comico. La società fondata da Nicola Colonna, Luigi Vignali e Michele Mozzati (conosciuti al pubblico come Gino&Michele), colpita duramente da una crisi finanziaria dopo il Covid, ha annunciato la cessione del marchio Zelig, di proprietà della controllata Zelig Media Company srl (ridenominata XMC). Il marchio è stato venduto a Reti Televisive Italiane, società del gruppo Mediaset per 6 milioni di euro (almeno così dicono le indiscrezioni), una boccata d’ossigeno per la holding in difficoltà finanziaria.

Il marchio Zelig passa al gruppo Mediaset

Il marchio Zelig non è mai riuscito a decollare al di fuori del progetto Mediaset e così dopo uno storico rapporto di collaborazione, “Zelig” entra nel gruppo. La Zelig media company, nata nel 2018 sulle ceneri di Bananas, ha collezionato due anni di pesanti perdite nel 2019 e 2020. Da qui la decisione di cedere il marchio e i diritti di sfruttamento dell'archivio, delle produzioni tv e dei siti web a RTI, dopo aver quasi azzerato il personale.

La produzione della nuova stagione 2022 del programma televisivo "Zelig" resta però nelle mani dei fondatori Luigi (Gino) Vignali, Michele Mozzati e Giancarlo Bozzo. "Esprimiamo la nostra soddisfazione di fondatori di Zelig per l’ingresso in Mediaset, il gruppo che ha fatto crescere il nostro marchio negli ultimi 25 anni, dalla prima trasmissione tv del 1996 a oggi. Siamo inoltre felici di poter continuare a gestire il teatro di Milano, fornire la creatività legata al marchio e mantenere la direzione artistica di Zelig".

"Zelig è un grande valore, uno dei simboli più noti e più amati dell’intrattenimento italiano - ha commentato l'ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi -. Per noi è importante che continui a esistere e a crescere. E siamo certi che grazie alla forza delle nostre reti e all'eccellente creatività dei fondatori, il simbolo della comicità italiana avrà un futuro importante".

La crisi di Smemoranda Group

La crisi del gruppo Smemoranda è iniziata con la pandemia, con la Dad, lo smart working e le restrizioni sui viaggi. Questo nuovo modo di studiare e di lavorare ha colpito i marchi principali della holding: Smemoranda e Nava, specializzati in strumenti da scrittura e accessori di design e di viaggio. Nel 2020 i ricavi si sono dimezzati e la società ha chiuso in perdita; nel 2021 le cose non sono andate meglio. A luglio del 2022 è arrivata alla procedura di composizione negoziata della crisi. Nel frattempo la società ha ridotto di 130 unità il personale (tra licenziamenti, prepensionamenti, esodi incentivati), ha fatto ricorso a 19 mesi di cassa integrazione, ma nonostante tutto questo la sua situazione debitoria è aumentata ulteriormente.

Nel 2022 Smemoranda Group ha tentato il rilancio, ma poi all’"uragano perfetto" che li aveva già investiti nel 2020 si sono aggiunti il caro energia e materie prime dovuti alla guerra in Ucraina, che l’hanno portata a un passo dalla amministrazione controllata. La società, in difficoltà finanziaria, ha dovuto prorogare le scadenze dei propri prestiti obbligazionari a fine 2023 e ha dovuto chiedere alle banche finanziatrici uno slittamento di 96 mesi delle scadenze delle linee di credito. Inoltre, ha approvato un aumento di capitale da 2,5 milioni di euro, ma per salvarsi non ha potuto evitare la cessione dello storico marchio Zelig.

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