Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Snabba Cash 2, recensione: torna l’adrenalinica Gomorra in salsa svedese

di Stefano Di Maria

Netflix ci ha regalato una seconda esplosiva stagione di SNABBA CASH, una sorta di GOMORRA in salsa svedese, fra le band delle periferie di Stoccolma. Si è sentito parlare poco di questo show, passato in sordina fin dalla prima stagione per la colpevole assenza di un battage pubblicitario che, quando c’è, premia show decisamente di qualità inferiore. Ed è proprio la qualità a caratterizzare SNABBA CASH; sebbene non sia una produzione costosa, nella quale si è investito molto, è ben scritta e brilla per le ottime interpretazioni del cast.

SNABBA CASH 2 – LA TRAMA

È trascorso un anno dalla prima stagione e Leya è una delle maggiori star nel mondo delle startup svedesi. L’Ipo di TargetCoach è imminente e Leya ha sempre più successo, ma è anche tormentata dal ricordo di Salim. Jamal ha divorziato da poco ed è il responsabile operativo della vecchia scuola elementare di Leya: Si batte per dare ai suoi giovani studenti migliori opportunità, ma la direzione preferisce continuare a tagliare il budget. Il clima nelle strade di Stoccolma è più brutale che mai. Ravy si trova con le spalle al muro, messo sotto pressione sia dalla polizia con i loro nuovi metodi, sia dal nuovo avversario Zaki. Il mercato chiede più droga e i cartelli sono pronti a distribuirla, ma alle gang mancano i giovani spacciatori. Leya è costretta suo malgrado a ricordarsi dei precedenti legami con la malavita e la sua strada si incrocia ancora una volta con quelle di Ravy, Nala e Osman, tutti alla spregiudicata ricerca di denaro facile.

SNABBA CASH 2 – LA RECENSIONE

La miniserie si ispira alla trilogia di romanzi thriller di Jens Jacob Lapidus, dal primo dei quali è stato tratto il film diretto da Daniel Espinosa “Easy Money”, con due sequel. Lo show di Netflix, comunque, non ha molto a che spartire con l’adattamento cinematografico se non la vicenda di fondo: il legame fra la criminalità organizzata e le start-up che fanno milioni di euro con le nuove tecnologie. Mentre nel libro il protagonista era un uomo, qui è Leya, interpretata da una magnifica Evin Ahmad, così come il resto del cast: ogni interprete è perfetto nel suo ruolo, mai forzato e assolutamente credibile.

A colpire, in questa seconda stagione, è soprattutto il coinvolgimento dei minori nelle gang, bambini più che ragazzi, arruolati come se fossero adulti e dati in pasto al nemico durante le sparatorie. Giovani che si ritrovano con una pistola in mano e sono pronti a usarla, trovando nelle bande criminali quella considerazione e quelle attenzioni che non ricevono dalla famiglia e dalla scuola. Inconsapevoli di rischiare la vita.

La regia è scattante, con la macchina da presa che segue i protagonisti fra sparatorie adrenaliniche, faide spietate e amori segreti che mettono a rischio la vita. Del centro della capitale svedese si vede poco: le scene sono girate soprattutto nei quartieri poveri e nei grattacieli dove ci sono le aziende che contano. Come a sigillare quel connubio fra i due mondi, lanciando un messaggio chiaro al termine della visione: quanto sia sottile il confine tra imprenditoria “ufficiale” e criminalità, che possono essere crudeli, impietosi e feroci allo stesso modo.

Restiamo in attesa del terzo capitolo.

Voto: 4 su 5

Trovate qui tutte le nostre recensioni

https://www.ilnotiziario.net/wp/serie-tv/

Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube