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Sopravvissuti non è Lost. Ed è un bene che sia così

I paragoni, specie quelli che mettono al confronto un prodotto italiano con uno straniero, non reggono mai, ed è per questo che, quando ci hanno detto che Sopravvissuti, la nuova fiction di Rai1 diretta da Carmine Elia e co-prodotta da Rai Fiction, Rodeo Drive, France Télévisions, Cinétévé e ZDFneo, sarebbe stata la nuova Lost, abbiamo sollevato gli occhi al cielo. Alla fine avevamo ragione. Sopravvissuti non è Lost. Ed è un bene, perché Sopravvissuti è un’altra cosa, forse persino meglio. È una storia a sé, un’avventura che affonda le radici nel mistero e nella suspense ma con un cuore e uno spirito tutto italiano nonostante una fotografia molto fredda, quasi scandinava, con quei colori di ghiaccio che rendono alla perfezione l'idea di disagio che lo spettatore respira fin dal primissimo fotogramma. 

Sopravvissuti non è Lost. Ed è un bene che sia così

Sopravvissuti parte da un'idea molto semplice, ossia da una barca, l'Arianna, che salpa dal porto di Genova con dodici passeggeri a bordo, tra cui Luca (Lino Guanciale), alla guida del cantiere Leone che ha organizzato la traversata, Gabriele (Alessio Vassallo) come medico di bordo, e la famosa attrice Giulia Morena (Barbora Bobulova), accompagnata dal figlio e dal marito fedifrago. Le cose si complicano quando, dopo pochi giorni di navigazione, l'Arianna scompare dal radar, portando i parenti rimasti a terra a temere il peggio. Un anno dopo la speranza torna a risplendere sulle loro vite quando, al largo delle coste venezuelane, viene ritrovato il relitto dell'Arianna, ma con solo la metà dei passeggeri in vita. Interrogati dalle autorità, i sopravvissuti raccontano della tempesta che hanno affrontato ma anche della morte dei loro compagni. Peccato solo che stiano mentendo, perché tra loro vige un accordo per non rivelare quello che è davvero successo all'Arianna e alle sue vittime. Per quale motivo? Cos'è successo di così terribile in quell'anno di isolamento e paura?

Sopravvissuti non è Lost. Ed è un bene che sia così

È questo il punto focale della serie e il mistero da sbrigliare sia per gli spettatori che per i parenti delle vittime, a cominciare da Anita (Pia Lanciotti), il commissario che durante quella tempesta pensa di aver perso suo figlio Gabriele e che capisce subito che Luca e i suoi compagni stiano nascondendo qualcosa. Insieme a questo mistero risplende, però, anche un cast ricchissimo che va da Lino Guanciale a Stéfi Celma, già vista in Chiami il mio agente! su Netflix, fino a Elena Radonicich, senza contare i tanti volti già visti in Mare Fuori - da Giacomo Giorgio a Nicolas Maupas, da Carmine Recano a Vincenzo Ferrera, da Desirée Popper a Pia Lanciotti - che hanno di fatto trasformato Sopravvissuti in una grande reunion, creando un prezioso fil rouge tra la serialità di Rai2 e quella di Rai1. Serialità che non ha paura di osare e di spingersi oltre i toni rassicuranti del dramma famigliare cui spesso si pensa la fiction italiana si riduca, mettendo le basi per una storia forte e intrigante che è già riuscita a tenerci sulle spine.

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