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Sos medici di base (e non solo), la desertificazione sanitaria tocca il Trentino: a ogni professionista in media 1.400 pazienti: ''Carico di lavoro pesantissimo''

TRENTO. La desertificazione sanitaria riguarda anche il Trentino, lo conferma l'ultimo report che è stato fatto da Cittadinanzattiva  che ha utilizzato dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute  e che riguardano pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, ginecologi, cardiologi e farmacisti (questi ultimi tre ospedalieri) per ciascuna provincia italiana. 

Il quadro che ne è uscito è desolante si può riassumere con: operatori sanitari cercasi in tutta Italia. Mancano medici, sia di famiglia che ospedalieri, ma anche infermieri e pediatri. In particolare nelle zone periferiche ed ultraperiferiche delle aree interne è evidente la cosiddetta desertificazione sanitaria, ossia territori in cui le persone hanno difficoltà ad accedere alle cure a causa, ad esempio, dei lunghi tempi di attesa, della scarsità di personale sanitario o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle cure. 

Il sovraffollamento negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri è evidente soprattutto nel Nord del Paese ed è stato registrato anche in Trentino. Come già spiegato anche su il Dolomiti nelle scorse settimana a soffrire della situazione è in particolar modo la medicina del territorio. Numerosi professionisti sono costretti ad occuparsi di un numero di pazienti ben superiore alle loro possibile senza contare anche gli ampi territori da coprire. 

Sul tema è intervenuto il presidente dell'Ordine dei Medici, Marco Ioppi. “Oltre a numero di pazienti – ha spiegato a il Dolomiti – dobbiamo considerare il carico di lavoro. Le situazioni che sono da affrontare oggi per i medici di medicina generale sono molto più complesse rispetto a quelle di dieci anni fa e siamo davanti anche ad un invecchiamento della popolazione”.

Situazioni, spiega sempre Ioppi, che mettono alla prova i professionisti sempre di più, e dall'altro allontano dalla professioni i giovani.

“Anche sul nostro territorio – spiega sempre Ioppi – abbiamo medici giovani che nell'arco di pochi mesi si trovano a seguire addirittura 1500 pazienti. Una volta non era per nulla così, era tutto più graduale. La pressione è davvero tanta e va a peggiorare poi quando le richieste dei pazienti non vengono evase dal sistema sanitario come nel caso di esami e visite specialistiche rimandate”.

Il report fatto da Cittadinanzattiva conferma una situazione pesante per quanto riguarda il rapporto tra il  medico di medicina generale i pazienti. I dati ci dicono, infatti, che il Trentino è al quinto posto per quanto riguarda numero di persone/medico con una media di 1403 pazienti. Bolzano va ancora peggio con 1539 persone a medico. 

Andando a vedere nel dettaglio, Asti e provincia contano meno pediatri per numero di bambini (ogni professionista segue 1813 bambini fra gli 0 e i 15 anni, la media nazionale è di 1/1061 e la normativa prevede circa 1 pediatra per 800 bambini), Nella provincia di Bolzano ogni medico di medicina generale segue in media 1539 cittadini dai 15 anni in su (la media nazionale è di 1 medico ogni 1245 pazienti, sebbene la normativa fissi tale rapporto a 1/1500). A Caltanissetta e provincia c’è un ginecologo ospedaliero ogni 40.565 donne (la media italiana è di 1/4132), il miglior dato si registra a Roma con un rapporto di 1/2292: in pratica, la situazione in provincia di Caltanissetta è 17 volte peggiore rispetto a chi vive in provincia di Roma.

Considerando invece i cardiologi ospedalieri, la situazione nella Provincia Autonoma di Bolzano è addirittura 71 volte peggiore rispetto a chi vive in provincia di Pisa: a Bolzano si trova un cardiologo ospedaliero ogni 224.706 abitanti (la media è di 1/6741), il dato migliore a Pisa e provincia con 1/3147.