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Sostanza arriva in porto per produrre anfetamine: le foto del sequestro da oltre una tonnellata

Città Trieste

La nave che trasportava più di 1300 container proveniva dalla Cina, mentre la merce, ufficialmente solfato di magnesio era stata importata da una ditta ungherese

Il 12 agosto scorso, una grossa nave proveniente dalla Cina entra in porto a Capodistria trasportando 1.383 container. Tra questi, per i normali controlli sulla merce presente i doganieri sloveni ne scelgono alcuni. Quando ne aprono uno, i funzionari si trovano di fronte 120 sacchi che, ufficialmente, sono stati etichettati come solfato di magnesio. La nave, sotto questa dicitura, trasporta 20 pallet, vale a dire poco meno di 19 tonnellate. Le perplessità dei doganieri si trasformavano in dubbi. Passano un sacco allo scanner ed emergono due colorazioni differenti. In un caso c'è una sostanza bianca "sotto forma di granuli", nell'altra una polverosa e giallastra.

L'analisi e i dubbi

Mettono un sacco sulla bilancia e capiscono che il peso è la metà di quelli standard: 12 chilogrammi e mezzo contro i tradizionali 25. I dubbi iniziano a tramutarsi in sospetti, così decidono di aprirlo e di sottoporre il contenuto ad un test di laboratorio. Il risultato non lascia scampo. La parte giallastra è anfetamina, mentre quella bianca è una sostanza che reagisce alla metanfetamina e tutte le operazioni di "immagazzinamento, fabbricazione, produzione, trasformazione, commercio, distribuzione, esportazione, importazione o intermediazione" sono soggette a normative ben precise. 

Il sequestro

Come riporta TriestePrima, è così che la polizia slovena ha dato il la al primo e più importante sequestro mai effettuato a Capodistria di acido BMK glicidico, sostanza fondamentale per la produzione della metanfetamina e per questo tenuta sotto stretto controllo da parte delle autorità. Un vettore cinese, un importatore ungherese e un destinatario finale olandese. Queste le nazionalità e i punti sul mappamondo di uno dei business più redditizi e, forse, data la natura mutevole della legislazione in materia, meno individuabilii. L'operazione (che ha innescato l'interesse di diverse forze di polizia europee e fatto scattare l'intervento dell'Interpol) ha portato al sequestro della sostanza per una quantità complessiva di una tonnellata e mezza. Una volta finita nelle mani sbagliate, i 1.517 chilogrammi avrebbero potuto produrre, come sostenuto dalla polizia slovena, circa una tonnellata e 400 chilogrammi di metanfetamina e circa 800 chilogrammi di anfetamina. 

I controlli in Europa e la legislazione

A stabilire la necessità di controllo dell'acido BMK glicidico, ci ha pensato l'Unione Europea che, nel dicembre 2020, ha inserito la sostanza nella "lista di precursori chimici utilizzati per la sintesi di stimolanti di tipo amfetaminico". In quella lista, infatti, ci sono finite anche il PMK metil glicidato, l'acido PMK glicidico, APAA, BMK metil glicidato e MAPA. A meno che non si tratti di una operazione sottocopertura (ricordate il maxi sequestro di quattro tonnellate di cocaina organizzato e coordinato dalla Direzione Investigativa Antimafia della Procura di Trieste qualche mese fa?), la polizia slovena, assieme all'Interpol, vuole vederci chiaro e capire chi si cela dietro al potenziale business intercontinentale. Solo nel 2020 (secondo quanto riportato da Irpimedia) in Olanda le autorità hanno sequestrato 32 laboratori specializzati nella produzione, grazie a cuochi messicani, di metanfetamina. 

Dai Balcani all'Olanda

Da qualche tempo a questa parte, le organizzazioni criminali che controllano il traffico di droga in Europa (tra Balcani e l'Olanda c'è grosso movimento) hanno iniziato ad alzare l'asticella anche sulla filiera, così da eliminare la presenza di intermediari. In casi come questo, riuscire ad avere pieno controllo del prodotto finale - dalla produzione allo smercio - conviene. Basta che qualcuno imbarchi su una nave qualche container, pieno di sacchi di solfato di magnesio, pieni a loro volta di ciò che la chimica chiama "acido 2-metil-3- fenilossiran-2- carbossilico" e il cui uso illecito può portare alla produzione di metanfetamina. Viene da chiedersi se questo traffico possa essere prerogativa del porto di Capodistria, oppure se qualcosa riesca ad attraversare anche altri scali, in altre nazioni.  

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