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Strage Ischia: "Così da secoli. Non c'entrano i condoni Case ammassate una sopra l'altra e fatalismo. I racconti

Cronache

Frana Ischia, gli abitanti se la prendono con il monte Epomeo

Altra notte di ricerche a Casamicciola. Si scava in mezzo al fango nell'isola di Ischia dopo la frana dell'altra sera. Sono ancora 5 le persone disperse, dopo il ritrovamento di 7 cadaveri, 3 di questi bambini e uno di loro aveva appena 20 giorni di vita. È come se la maggior parte degli abitanti immaginasse, aspettasse, convivesse con la prospettiva di un simile disastro. Tutti, mentre parlano, - si legge sul Corriere della Sera - istintivamente alzano lo sguardo verso la vetta del monte Epomeo, che la pioggia battente — l’altra notte — ha inzuppato e sbriciolato, facendo scivolare giù un fiume di detriti in burrasca. "Vi siete fissati con i condoni e sciocchezze varie. Risalga invece le strade del paese, arrivi a piazza Bagni, guardi bene in alto. Capirà cosa è davvero successo", dicono allusivi gli abitanti del posto.

Il colpo d’occhio, in basso, è eloquente: - prosegue il Corriere - la colata, scesa dal monte Epomeo, si è incanalata in quattro strade diverse. Una è soprannominata via della Lava. «E sa perché?» — questa è la voce di Giovanni Mattera, 65 anni, fino a pochi mesi fa comandante dei vigili urbani. Punta il dito verso la montagna: «Perché sono secoli che, da lassù, l’acqua fangosa scivola verso il mare. Però i nostri vecchi erano saggi: e avevano costruito ben tre canali di scolo, che impedivano all’acqua di stagnare, accumularsi e poi precipitare. Vede: il terreno di questa montagna non è mica diventato improvvisamente argilloso. Lo è sempre stato". Sono responsabilità che si intrecciano, difficili da conoscere, e riconoscere. L’ultima volta che lo Stato provò ad abbattere una villetta abusiva di 70 metri, ci furono tafferugli con la popolazione, sette agenti feriti.

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