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Supermercati a marchio Etè, Vicinanza (Cisal): "60 famiglie abbandonate dalle istituzioni"

Cronaca

È un grido d'allarme quello di Gigi Vicinanza (Filp Cisal Salerno), che interviene sulla vertenza che vede coinvolti i dipendenti dei supermercati a marchio Eté gestiti dalla Medacarni

"Se penso alla vertenza Medacarni mi chiedo in quale mondo e in quale società viviamo nel salernitano". È un grido d'allarme quello di Gigi Vicinanza (Filp Cisal Salerno), che interviene sulla vertenza che vede coinvolti i dipendenti dei supermercati a marchio Eté gestiti dalla Medacarni. Una vicenda cominciata nel mese di luglio e che si è trasformato, per dirla con Vicinanza, in una "tragedia" per circa 60 dipendenti.

La vertenza

"Verso la fine del mese di luglio - spiega Vicinanza - per far fronte alla chiusura di un punto vendite è stato esperito un accordo sindacale per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali Fis per quei lavoratori impegnati in quel punto vendite da chiudere prevedendo una sospensione dal lavoro a rotazione sugli altri punti in esercizio ma nel mentre si era impegnati per fornire all'Inps tutta la documentazione prevista per utilizzare l'assistenza economica per i lavoratori in oggetto, l'azienda stranamente chiude anche gli altri punti vendite senza neanche aspettare la definizione dell' Inps della richiesta di assistenza Fis presentata la quale è concessa solo nel caso di sospensione temporanea delle attività la quale è stata vanificato a causa della chiusura totale della Medacarni dal mese di agosto".

"60 famiglie abbandonate"

"Questo - aggiunge Vicinanza - deve accadere perché le leggi prevedono utilizzo di assistenze economici diversi in funzione delle realtà che vivono le aziende, sospensioni temporanee, come il caso determinatosi, ed è previsto dall'accordo sindacale di luglio con la chiusura solo di uno dei punti su tre. Invece, per la chiusura totale dell'azienda si può utilizzare un ammortizzatore sociale diverso, cioè la cassa integrazione straordinaria. Cosa diventata impossibile perché ad oggi dell'azienda non vi è più nessun riferimento ed è scomparsa nel nulla, nonostante gli inviti e le richieste di incontri non riceviamo nessun riscontro. Ma la cosa più incresciosa è che, nonostante la mediaticità assunta dalla vicenda in provincia di Salerno, gli organi di competenza non intervengono e lasciano 60 famiglie abbandonate come se nulla fosse, lasciando maturare le cose nei tempi biblici della burocrazia complessa".

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